Parco Colli, la battaglia è ancora tutta da vincere
Un passo in avanti, non c’è dubbio, ma la battaglia non è ancora finita, almeno per gli ambientalisti e i difensori del parco dei Colli. A creare timore – scongiurato il pericolo di una restrizione delle aree protette – è ancora, oggi, il disegno di legge 143, di iniziativa della giunta regionale, intitolato “Disciplina e valorizzazione della rete ecologica regionale e delle aree naturali protette”, approvato in giunta nel marzo 2016, presentato il 6 maggio al consiglio e di cui è già terminata la discussione generale in Commissione. La sua approvazione ridisegnerebbe di fatto l'intero sistema dei parchi veneti, togliendo loro la gran parte delle attuali competenze.
Un passo in avanti, non c’è dubbio, ma la battaglia non è ancora finita, almeno per gli ambientalisti e i difensori del parco dei Colli.
A creare timore – scongiurato il pericolo di una restrizione delle aree protette – è ancora, oggi, il disegno di legge 143, di iniziativa della giunta regionale, intitolato “Disciplina e valorizzazione della rete ecologica regionale e delle aree naturali protette”, approvato in giunta nel marzo 2016, presentato il 6 maggio al consiglio e di cui è già terminata la discussione generale in Commissione. Il ddl 143, tra le varie cose, sostituisce la legge regionale 16 del 1984, quella che istituisce parchi e riserve naturali regionali, e abroga una sfilza di articoli delle singole leggi istitutive di ciascun parco naturale regionale, eliminando di fatto i vigenti piani ambientali. Compreso quello del parco Colli.
«È una legge che per impostazione non è tanto diversa dall’emendamento proposto da Berlato – sottolinea Gianni Sandon, ambientalista di riferimento negli Euganei – È più raffinata, prevede un percorso in cui almeno è consentito il confronto, ma è altrettanto subdola. Di fatto il ddl 143 “si mangia” la legge quadro a cui facevamo riferimento e si porta via anche metà della nostra legge istitutiva. Il risultato? Ci viene chiesto di abbandonare il Piano ambientale e di dedicarci solamente alla natura. Paesaggio, ambiente e territorio, che erano gli altri capisaldi su cui doveva strutturarsi l’attività del parco, vengono meno. Cosa c’è di differente tra la regione che ci dice “ora occupatevi solo di natura” e Berlato che stringe i confini del parco e riduce il territorio protetto ai soli cucuzzoli dei colli?».
«Questa legge di fatto spezza un cammino lineare che dagli anni Sessanta – ricordo che una prima idea di parco era quella del consorzio di comuni volontari del 1968 – fino a oggi ha visto una sempre più convinta affermazione del valore e del potere del parco. Buttano fuori dalla finestra la legge istitutiva e il Piano ambientale e nemmeno toccano la governance dell’ente, che è uno degli aspetti che invece andrebbe riformato in fretta. Sono gli stessi sindaci a dire che il parco in mano ai sindaci è stato fallimentare, eppure nel ddl 143 li ritroviamo quasi nella stessa posizione. Per giunta, rispetto al primo disegno di legge del 2012, è sparita anche la presenza di cinque componenti esterni in consiglio, rappresentanti delle associazione di categoria, degli ambientalisti, dei gruppi culturali».
Il timore è condiviso da Francesco Miazzi, altro ambientalista di spicco dei Colli.
«Il ddl 143 è il vero banco di prova per il futuro della nostra area e del parco. Questa legge potrebbe mortificare le vere potenzialità del nostro territorio, trasformando il parco in un ente dedito esclusivamente a competenze naturalistiche. Un vero e proprio attacco al Piano ambientale, ben più grave di quello sferrato da Berlato».