Teolo, la chiesa rimane chiusa a tempo indeterminato
Dopo lo smottamento del terreno, che dallo scorso novembre ha reso inagibile l'edificio sacro, pare essersi creato un rimpallo di responsabilità tra regione e Parco colli proprio in un momento delicato per il futuro dell'ente che rischia di essere ridotto nei suoi confini e nelle sue funzioni. Don Luigi Godin racconta tutto il disagio della comunità cristiana colligiana. Il sindaco Moreno Valdisolo garantisce il massimo appoggio per quanto di competenza del comune.
Continuano, per la comunità parrocchiale di Santa Giustina di Teolo alta, i disagi dovuti all’indisponibilità della chiesa. Lo scorso novembre l’edificio è stato dichiarato inagibile, e quindi precauzionalmente chiuso, per la comparsa di fessurazioni nella parte più antica, risalente al Trecento, del soffitto e delle pareti del presbiterio. La causa risiede in uno smottamento del terreno su cui poggiano le fondazioni. Le ragioni del dissesto non sono note: comprenderle, e porvi rimedio, è la condizione necessaria per poter poi procedere al consolidamento della chiesa. Per monitorare le crepe sono stati posizionati appositi fessurimetri. Più complesse sono le indagini sul terreno, che ancora non hanno dato risposte certe e, di conseguenza, permesso di progettare un intervento e quantificarne spesa e tempi di realizzazione.
Nel frattempo la chiesa rimane interdetta e le funzioni devono essere celebrate nella sala polivalente del centro parrocchiale: «Ogni giorno la sala viene usata per diverse attività a seconda della fascia oraria e la loro coabitazione non è affatto semplice» commenta l’arciprete don Luigi Goldin. Nella voce del parroco si avverte la tensione per una situazione di attesa che obbliga a navigare a vista, ma anche la combattività di chi, rivoltosi alla burocrazia per venire a capo del problema, si è visto chiudere la porta in faccia ma non intende arrendersi.
«Lo smottamento dell’area retrostante la chiesa ha un fronte di duecento metri e interessa anche altre proprietà. Di questo fatto, che non mi pare di poco conto, è stata data comunicazione alla regione ma l’impressione è che abbiano letto solo il titolo e non il contenuto. La regione ha risposto, in maniera contraddittoria, di non avere né competenza sulla frana né soldi. L’ente di riferimento sarebbe il Parco colli, che sappiamo tutti essere in grave difficoltà ma anche avere alle spalle proprio la regione, e non altri enti».
Pronto a contribuire agli interventi necessari è, invece, il sindaco di Teolo Moreno Valdisolo. Il primo cittadino propone di concentrare su questa emergenza i fondi che il municipio ricava ogni anno dall’8 per mille sugli oneri di urbanizzazione, fondi che, di solito, vengono ripartiti tra le parrocchie del comune. «L’idea va approfondita ma la mia disponibilità politica c’è – afferma Valdisolo – Pur essendo la chiesa un edificio privato, credo debba essere data una risposta ai tanti fedeli che desiderano potervi tornare per le celebrazioni».
La cifra in questione si aggira intorno ai seimila euro e verrebbe stanziata nel 2018 (i fondi 2017 sono già stati assegnati) a fronte della presentazione di un progetto da parte della parrocchia. «Chiaramente – conclude Valdisolo – un conto è se le indagini rivelassero il bisogno di una semplice riasfaltatura o di una regimazione delle acque, un altro conto è la prospettiva di spese milionarie. Se così fosse, sono pronto a perorare la causa presso enti superiori pubblici e privati».