Siamo quello che (non) leggiamo: il mercato editoriale in Italia
Mentre l'Associazione italiana editori festeggia il suo 150° compleanno alla presenza del Presidente della Repubblica, i dati del mercato editoriale si delineano fra luci ed ombre.
Fingendo per un momento di non vedere i numeri relativi ai quotidiani e periodici — drammatici sotto ogni punto di vista — e concentrando l'attenzione solo sull'industria libraria, il segno più in termini di valore e di copie vendute fa ben sperare. Decisamente meno lusinghiero il calo costante dei lettori.
E, pare, non saranno gli ebook a salvarci.
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Potrebbe esser peggio, potrebbe piovere! La sintesi massima del report diffuso dall'Aie, Associazione italiana editori, nei giorni scorsi è la battuta più celebre di un vecchio film di Mel Brooks.Se il mercato è cresciuto costantemente negli ultimi anni, il cosiddetto indice di lettura ci vede con un poco roseo 64% a metà strada in Europa fra il 90% della Norvegia e il 48% della Bulgaria. Unito all'ormai assodato analfabetismo funzionale, non c'è da stare allegri.Leggiamo poco e smettiamo progressivamente di leggere con il...