Tra deserti, musicarelli e chitarre elettriche. I profondi legami tra letteratura, arte, canzone, cinema e fede

Perché non partire da un genere che sta prendendo piede anche da noi, il graphic novel, il racconto illustrato a fumetti?

Tra deserti, musicarelli e chitarre elettriche. I profondi legami tra letteratura, arte, canzone, cinema e fede

Un luglio sotto l’ombrellone? O, al contrario, a casa, in città e però con un po’ più di tempo da dedicare quella che è una vera e propria cura, la lettura? Perché non partire da un genere che sta prendendo piede anche da noi, il graphic novel, il racconto illustrato a fumetti? E non un racconto qualunque, perché è uno dei capolavori del nostro Novecento: “Il deserto dei Tartari”, uscito la prima volta nel 1940, del grande Dino Buzzati (1906-1972), la storia di un uomo stregato da un luogo da cui all’inizio vorrebbe andar via, un avamposto militare in cui si attende da tempo l’arrivo del nemico, e poi resta affascinato da quello spazio e da quel tempo. Una storia che oggi si apre, grazie alla riduzione letteraria di Michele Medda e ai disegni di Pasquale Frisenda (Sergio Bonelli editore), al godimento di tutti, dagli amanti dei classici ai più giovani in cerca di nuovi modi di avvicinarsi al continente libro.

Per gli amanti delle connessioni interdisciplinari, in questo caso tra cinema e canzone, c’è un’altra chicca che ci riporta indietro, a quando Gianni Morandi, Laura Efrikian, che diverrà di lì a poco sua moglie, Bobby Solo, il compianto Little Tony,  Mal -già voce del gruppo inglese dei Primitives, poi da solo e amatissimo dalle ragazzine del tempo-, Iva Zanicchi, Al Bano, Romina Power, Mina, Rita Pavone e Shel Shapiro, voce e chitarra dei Rokes, un altro gruppo inglese che divenne italianissimo grazie a hit del beat come “Che colpa abbiamo noi”, cover di un brano del cantautore americano Bob Lind,  “Cheryl’s Goin’ Home” diventarono anche, si fa per dire, attori. Perché “Musicarelli” (edizioni Vololibero), di Marta Cagnola e Simone Fattori ci riporta ai favolosi anni Sessanta, quando da una canzone di successo si tirava fuori un film, che in gergo veniva chiamato appunto musicarello, che prendeva spunto da quel titolo per aumentare le vendite del 45 giri con storie d’amore quasi sempre a buon fine. Lo specchio di un’età irripetibile, se non su You Tube, ma è proprio, inevitabilmente, un’altra storia.

Se vogliamo rimanere in terra musicale, allora abbiamo un libro dell’editore Àncora, benemerito promotore della altrimenti ignorata dimensione dei rapporti tra letteratura e canzone: si tratta di “Luci sul palco. La musica dei cantautori, spiraglio sull’infinito” di Claudio Zonta, che, collaborando -suona la chitarra battente- con l’Orchestra Popolare Italiana di Ambrogio Sparagna, scrivendo per la Civiltà Cattolica ed essendo lui stesso gesuita, di rapporti tra cantautorato e profondità dello spirito se ne intende. In questo libro Zonta affronta gli abissi nascosti dietro le etichette abusate per affrontare direttamente i contenuti e le storie di Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Lucio Dalla, e soprattutto dimensioni ancora non ben esplorate da questo tipo di ricerca, ad esempio l’esperienza mistica di Giuni Russo e il femminile nella creazione musicale, e quindi Alice, Paola Turci, Fiorella Mannoia, Giorgia e molte altre. La creazione non conosce limiti e confini, tanto per restare in terra di citazioni “canzonettare”.

E, a proposito di contaminazioni tra racconto e fumetto, ecco che dalla collaborazione tra Amedeo Gavazzi e l’artista Francesco Bartolini vede la luce in questi giorni “Attimi fulgenti. Storie fra gli amici miei” (Fuorilinea) in cui i ricordi delle avventure dell’adolescenza tra provincia romana e Europa, speranze amorose e addii diventano un fluire commosso e divertente di una stagione che non torna, ma che lascia profonde tracce. Un graphic novel che parla a e di tutti noi.

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Fonte: Sir