Rsa, le tre preoccupazioni di Uneba nell'appello ai candidati
Costi dell'energia, norme fiscali e blocco delle quote regionali: sono le tre preoccupazioni che Uneba illustra a governo, parlamento e candidati delle prossime elezioni. "Se avete a cuore gli anziani più fragili dei vostri paesi e delle vostre città, ora è il momento di dimostrarlo”
Costi dell'energia elettrica, norme fiscali penalizzanti e blocco delle quote regionali: sono le tre “tegole” che rischiano di abbattersi sul mondo delle Rsa. E' l'allarme lanciato da Uneba, voce del non profit delle Rsa, in una lettera-appello indirizzata al governo, al Parlamento, ai candidati alle elezioni del 25 settembre e alle Regioni. “Se avete a cuore gli anziani più fragili dei vostri paesi e delle vostre città – scrive Uneba - ora è il momento di dimostrarlo”. La preoccupazione più grande riguarda, in questo momento, il costo dell'energia elettrica: “Serve un intervento immediato sul caro bollette. Perché la spesa per l'energia è spesa per la salute degli anziani”, spiega Uneba.
E poi c'è “un'altra tegola: le recenti modifiche al Codice del Terzo Settore portano ad un aumento di Ires, Imu e Irap per le fondazioni e associazioni”. Misure, queste, che rischiano di indebolire ulteriormente le Rsa, già “ferite da trenta mesi di pandemia”, che accolgono – riferisce Uneba – circa 285 mila anziani, che “solo qui trovano l'assistenza di cui la loro grande fragilità ha bisogno. Il 52% dei posti letto per Rsa in Italia è gestito da enti non profit”, ricorda Uneba. “Senza un intervento rapido e concreto di Parlamento Governo e Regioni, centinaia di onlus affonderanno. E gli anziani, a quel punto?”.
Ed ecco, più nel dettaglio, le tre preoccupazioni.
Energia elettrica
“La prima preoccupazione - illustra Franco Massi, presidente nazionale di Uneba - è il disastroso aumento dei costi dell'energia. Chiedere un sacrificio alle famiglie con un aumento delle rette sarà, purtroppo, inevitabile, ma è indispensabile un urgente sostegno pubblico. Auspichiamo un segnale già negli emendamenti al decreto Ristori nei prossimi giorni. Perché – spiega Massi - nei nostri centri nelle nostre Rsa, non possiamo abbassare il riscaldamento negli ambienti in cui vivono i nostri anziani, né, per fare un esempio, rinunciare ai letti elettrici che permettono anche ai più fragili di alzarsi. E questi sono solo alcuni esempi. La spesa per l'energia è una spesa per la loro salute. Volete tagliare sulla salute degli anziani?”
Aumento delle tasse
“Dopo la pandemia e il costo dell'energia – aggiunge Massi-, i servizi non profit per i più fragili rischiano una terza botta. Arriva dalla Riforma del Terzo Settore. Le recenti modifiche al Codice del Terzo Settore, volute dal Ministero del Lavoro, portano ad un aumento di Ires, Imu e Irap per Fondazioni e Associazioni. E andiamo verso la scomparsa delle Onlus. Perché – ci rivolgiamo alle forze politiche- volete mettere in ulteriore difficoltà enti che senza scopo di lucro, da decenni se non da secoli, si dedicano con professionalità ai più fragili?”
Quote regionali
“A stress della pandemia, aumento dei costi dell'energia e aumento delle tasse si somma il mancato adeguamento delle quote sanitarie. In molte parti d'Italia, il contributo che le Regioni danno alle Rsa per l'accoglienza degli anziani è fermo da molti anni. E siccome ogni altro costo ogni anno aumenta, è come se il sostegno ogni anno diminuisse. Quali Regioni avranno il senso di responsabilità di dare un sostegno all'assistenza agli anziani?”
Di qui l'appello: “Se Parlamento, Governo e Regioni non dimostreranno di avere davvero a cuore gli anziani più fragili subito, le Rsa non profit continueranno ad affondare. Dopo le perdite di 2020 e 2021 per la pandemia, nel 2022, con il rincaro dell'energia, le perdite saranno per ogni posto letto in Rsa e nelle strutture residenziali per disabili da 10 a 20 euro al giorno. Si rischiano pesanti aumenti delle rette a carico delle famiglie. Proseguire così sarebbe impossibile. Tagli ai servizi agli anziani, chiusure di enti e perdite di posti di lavoro sarebbero all'orizzonte. Da decenni o secoli noi enti non profit di radici cattoliche ci prendiamo cura dei più fragili. Una sola cosa chiediamo: poter continuare la nostra missione e la cura delle persone fragili”.
Chiara Ludovisi