Minori, Cnoas: in Italia 2,7 allontanamenti ogni mille ragazzi, sotto la media Ue
"Bibbiano ha spostato l'attenzione sulla categoria, non sui problemi di sistema". Le parole di Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio dell'Ordine degli Assistenti sociali, in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori
"In Italia, vengono allontanati dalla famiglia e dati in affido ai servizi sociali 2,7 minori ogni 1.000, ben al di sotto delle medie di altri Paesi europei e d'oltre Oceano. In Inghilterra la media è di 6x1.000, in Francia del 10-10,6x1.000, negli Stati Uniti 10x1.000 e in Australia 8,7x1.000. Questo vuol dire che nel nostro Paese si allontana sempre mantenendo il concetto di residualità dell'intervento". Lo ha assicurato Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio dell'Ordine degli Assistenti sociali (Cnoas), in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori.
"Secondo le norme nazionali e le convenzioni internazionali- ha ricordato Gazzi- l'allontanamento deve essere sempre l'ultima ratio, se non nelle situazioni di rischio imminente per il minore. L'allontanamento, inoltre, deve rispettare regole e norme e sottostà al controllo di un giudice. Bisogna dunque sfatare il mito che sia l'assistente sociale a decidere. Il problema è, eventualmente, la mancanza di valutazioni multidimensionali idonee che consentano al magistrato di prendere le sue decisioni".
Nell'illustrare la sua relazione, il presidente del Cnoas ha elencato numerose criticità legate alla professione di assistente sociale, a partire da un forte stigma che la vicenda di Bibbiano ha creato intorno a questa figura. "A seguito dei fatti di Bibbiano sono aumentate le aggressioni nei confronti dei nostri professionisti, anche se non sono stati coinvolti solo assistenti sociali, ma anche psicologia, sistema giudiziario, strutture. Quella vicenda è stata utilizzata per mettere sotto osservazione una categoria non affrontando un problema che, invece, è di sistema. Penso che questo richieda una riflessione".
Il presidente del Cnoas ha poi ricordato come manchino ancora i decreti attuativi della riforma dei servizi sociali, come non siano ancora garantiti in modo omogeneo i livelli essenziali delle prestazioni sociali, i livelli essenziali organizzativi e come manchi anche una definizione degli ambiti territoriali sociali. "Nell'ultima legge di Bilancio è stato inserito un emendamento che stabilisce la necessità di definire in modo chiaro gli ambiti territoriali sociali. Ci sono infatti territori dove il servizio sociale territoriale non esiste ancora e il servizio viene assegnato alla Asl. Una definizione dunque non secondaria, perché consente di sapere chi sia il responsabile del servizio sociale".
Gazzi ha posto l'accento sulla necessità di fare una riflessione sull'intero sistema e di investire su di esso, "nel nostro Paese- ha concluso- la spesa per i servizi è pari a un terzo della media europea, come se il welfare riguardasse il privato delle famiglie e non l'intera comunità". (DIRE)