L come Libri. Regaliamo libri ai nostri figli, rendiamoli amici di pagine senza tempo
Le librerie di casa quando sono folte di volumi, sono affollate di parole di conforto, parole di ispirazione, di conoscenza.
Una biblioteca è una stanza di amici
Tahar Ben Jelloun
L come Libri. Un’indagine di qualche anno fa rilevava che gli italiani leggono libri solo per cinque minuti al giorno, ponendosi fra le ultime posizioni a livello europeo. Davvero ci piace così poco sfogliare le pagine di un buon libro? Forse dovremmo riscoprire il gusto della lettura e valorizzare una pratica che proprio mentre viene relegata ai margini del nostro tempo quotidiano assume un’eminenza ancora più speciale. Impariamo a leggere da bambini, quando magicamente le lettere si uniscono a formare suoni e parole; non ricordiamo più cosa significhi essere analfabeti, eppure saper leggere con proprietà non è della maggior parte degli italiani. Raramente si ascolta qualcuno che sa leggere bene, con sicurezza, garbo e intonazione e quando questo è un bambino dietro ci sono dei genitori che meritano un encomio.
Da piccoli qualcuno ci ha letto delle storie, per intrattenerci, per augurarci la buona notte. È presumibile che da quanto sia stato goduto quello scambio intimo che è il leggere a voce alta e l’ascoltare dipenda il legame che abbiamo con la lettura. Dicono sia stato Sant’Ambrogio uno dei primi a leggere mentalmente, di sicuro da quando la lettura orale è divenuta una rarità abbiamo perso qualcosa di quest’arte antica. I libri sono compagni di viaggio che vanno scelti con cura e possono farci viaggiare anche stando seduti in poltrona. Come scrive Tahar Ben Jelloun i libri che si portano in casa sono come una compagnia di amici. Amici fidati, amici di lunga data, amici che si consultano nei momenti gioiosi e nelle difficoltà. Le librerie di casa quando sono folte di volumi, sono affollate di parole di conforto, parole di ispirazione, di conoscenza. Un libro è il suo autore, il suo tempo, il suo mondo. Alcuni sono capolavori immortali che dovrebbero essere in tutte le case delle famiglie italiane, poi vi sono i libri che magari durano il tempo di una stagione, ma è l’insieme dei volumi che eleva i lettori ponendoli ad ogni ultima pagina sfogliata un poco più in alto di dove erano prima.
Benedetti siano allora quei professori che non si stancano di far leggere i nostri figli, che li appassionano ai grandi classici della letteratura italiana e straniera. A noi genitori il compito di prendere il testimone e incentivare la lettura anche oltre gli obblighi scolastici. Oggi la maggior parte delle ore della giornata i ragazzi sono alle prese coi cosiddetti device, smartphone, tablet e pc. Quanto è salutare creare una soluzione di continuità e far sì che in qualche occasione prendano in mano un libro “vero”? Ci sono alcuni momenti della giornata in cui nulla può sostituire la lettura senza l’utilizzo di tecnologie. Sì, ci sono sistemi per leggere anche in modo digitale (Kindle e affini per e-book) ma non è la stessa cosa. Una sottolineatura, una nota a matita, una dedica… la carta delle pagine ha un fascino che non può essere uguagliato. Un pomeriggio domenicale, quando si riesce ad esimersi dai compiti scolastici o si distoglie l’attenzione dall’ingombrante fanfara degli appuntamenti calcistici e sportivi; sotto l’ombrellone in spiaggia quando il sole batte forte e il rumore del mare sembra accompagnare il fruscio delle pagine; nello zaino per una pausa durante un viaggio; la sera con la fedele abat-jour accesa, prima di addormentarsi… sono occasioni preziose per fare tesoro del leggere e quanto più l’abitudine si innesta dai genitori ai figli tanto più si costruisce un edificio di cultura e bellezza che è difficile quantificare ma o esiste o non esiste. Regaliamo libri ai nostri figli, rendiamoli amici di pagine senza tempo e avremo investito nel futuro non solo loro ma del nostro Paese.