Istituto nazionale sordi commissariato: “Subito risorse e regolamento”

Grave la crisi dell'Istituto, dove 20 lavoratori precari sono senza stipendio da sei mesi e da tre anni senza contributi. Oggi la protesta “per rompere il silenzio. Siamo tra i promotori del riconoscimento della Lis, ma non abbiamo risorse per andare avanti. Si trovi soluzione”. Ricevuta una delegazione, a cui è stato comunicato che ieri è stata firmata la nomina del commissario

Istituto nazionale sordi commissariato: “Subito risorse e regolamento”

Un piccolo passo è stato compiuto, a quanto pare, per sbloccare la crisi che attanaglia l'Istituto nazionale per Sordi di Roma: ieri è stato firmato il decreto di nomina del commissario. “O della commissaria, non sappiamo ancora”, riferisce a Redattore Sociale Silvia Simoncini, segretaria nazionale Nidil-Cgil, che fa parte della delegazione ricevuta stamattina dai dirigenti del ministero dell'Istruzione, durante la manifestazione di protesta dei lavoratori e delle lavoratrici dell'Istituto, che hanno denunciato la condizione che vivono da molti mesi. I 20 precari dell’Istituto Statale per Sordi - la prima scuola per sordi in Italia e una delle prime istituzioni pubbliche a occuparsi di disabilità - da sei mesi non ricevono gli stipendi e da tre anni non si vedono versati i contributi e ora sono ulteriormente privati della loro dignità perché costretti a operare a rischio della propria salute in un ente che non ha più neanche le risorse per accendere il riscaldamento e per garantire la piena attuazione dei protocolli di sicurezza anti-covid.

“Da 25 anni i lavoratori e le lavoratrici dell’unico ente dello Stato a occuparsi di sordità, per metà persone sorde o con disabilità, sono vittime di un lungo precariato e del più assordante dei silenzi, quello dello Stato – si legge nella nota diffusa in occasione della protesta - Per anni i lavoratori e le lavoratrici dell’Istituto Statale per Sordi di Roma, tutti con contratti di collaborazione, hanno svolto in realtà funzioni essenziali per la sopravvivenza stessa dell’Ente e non vedono ancora oggi riconosciuta la propria professionalità e il proprio ruolo. Inoltre l’Ente, nonostante le molte promesse fatte dalla politica non ha mai ricevuto i finanziamenti previsti né la regolamentazione stabilita per legge fin dal 1997 (L.59/1997), e oggi si trova in una gravissima crisi finanziaria che ne mette a rischio la sopravvivenza trascinando con sé i lavoratori e le loro famiglie. Eppure, nonostante tutto, finora hanno continuano a garantire per quanto possibile attività e servizi alle persone sorde, alle loro famiglie e alla cittadinanza, ma se lo Stato continuerà a restare ‘sordo’ alle loro richieste a breve lo storico istituto di Via Nomentana, fondato nel 1784, chiuderà definitivamente i propri portoni”.

Uno scenario paradossale, nel momento in cui solo pochi mesi fa è stata riconosciuta ufficialmente la Lingua Italiana dei Segni, anche grazie all'impegno e al coinvolgimento attivo dell'Istituto: “Siamo stati auditi più volte – ci racconta Francesca Di Meo, una delle lavoratrici nonché responsabile della comunicazione – Abbiamo fornito la nostra competenza e messo a disposizione la nostra esperienza nel percorso verso il riconoscimento di quella Lis che presso il nostro Istituto viene non solo insegnata, ma tutelata e promossa. Tra le nostre attività, infatti, accanto ai corsi d'informazione per interpreti, ci sono percorsi di sensibilizzazione sulla Lis e la cultura sorda, oltre a sportelli di consulenza e iniziative di divulgazione della cultura sorda, come il festival del cinema sordo. Attività che abbiamo dovuto ridimensionare per la crisi economica che affligge l'istituto, ma che i lavoratori cercano comunque di portare avanti. Certo, è paradossale che lo Stato, mentre si rivolge a noi per scrivere norme e disegnar e percorsi di riconoscimento di diritti, allo stesso tempo faccia mancare al nostro Istituto i fondi necessari per la sua stessa sopravvivenza, ma anche un regolamento che ne definisca finalmente ruolo e funzioni”.

Risorse e regolamento sono quindi i successivi passi che l'Istituto chiede con urgenza: “La nomina del commissario è un primo segno – ci riferisce Silvia Simoncini – ma ora è necessario trovare una soluzione. Abbiamo dunque chiesto un intervento d'emergenza per sanare situazione, costruendo un nuovo regolamento per il funzionamento dell'istituto, che ne stabilisca luogo e campo d'azione. Abbiamo trovato un ministero molto attento e consapevole tanto delle difficoltà quanto del valore dell'Istituto, che rappresenta un'eccellenza nel Paese”. Intanto, per sanare l'emergenza, sarebbero necessari “circa 70 euro al mese per gli stipendi arretrati e oltre un milione per i contributi non versati. Non a appena sapremo il nome del commissario, chiederemo un incontro per procedere immediatamente verso una soluzione”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)