D’estate anziani mai soli
Le problematiche estive per gli anziani e il sostegno dato dai volontari di comunità. Buona capacità di ascolto ed empatia mettono i volontari in relazione con chi vive solo e ha bisogno di essere seguito
«Caldo, umidità e temperature elevate possono rappresentare un pericolo per la salute durante l’estate. Le persone più a rischio sono quelle con più di 75 anni, affette da cardiopatie, malattie polmonari, insufficienza renale, diabete mellito e altre patologie». Renato Balduin, specialista in pneumologia e medicina dello sport, che collabora con l’associazione Anteas Grande Arcella spiega con parole semplici le principali problematiche di salute che portano l’estate a essere un periodo particolarmente a rischio. «Negli anziani può essere compromessa la termoregolazione, cioè la capacità di difendersi dal caldo tramite il meccanismo della sudorazione. Il sudore, composto prevalentemente da acqua e sali minerali, abbassa la temperatura; l’anziano tende a bere poco per cui si può disidratare con comparsa di crampi, arrossamenti sulla pelle, incapacità a svolgere le normali attività quotidiane. Può sopraggiungere confusione mentale, convulsioni e mal di testa e aumento della temperatura corporea».
Per aiutare gli anziani a godersi una buona estate, in continuità con gli altri periodi dell’anno, nel Padovano si sono attivati, tra gli altri, i volontari di comunità attraverso azioni di vicinanza e attività di socializzazione. A Cervarese Santa Croce, ad esempio, piccolo comune di seimila abitanti ai piedi dei Colli Euganei l’associazione Pronto anziano, consolidatasi tre anni fa con il progetto “Community care” dell’Ulss 6 Euganea e Csv Padova, può contare su 30 volontari che operano a stretto contatto con l’amministrazione. A luglio sono stati impegnati in due turni di soggiorno al mare per gli anziani del paese. «Abbiamo pensato a tutto noi – spiega Giuseppe Coppo, presidente dell’associazione – Abbiamo individuato una struttura a Viserba, vicino a Rimini e interamente dedicata alla terza età. Portiamo gli anziani con i nostri pulmini e li seguiamo con i volontari e alcuni operatori sociosanitari».
Pronto anziano, inoltre, prosegue con il servizio di trasporto sanitario – circa 20 i trasporti giornalieri – che è il servizio principale dell’associazione e la modalità attraverso la quale i volontari vengono a contatto con le persone che necessitano di aiuto. «I nostri volontari sono stati formati – prosegue Coppo – per capire i reali bisogni delle persone che usufruiscono dei servizi, attraverso un ascolto attento e una buona empatia. Non sempre infatti le necessità espresse rappresentano i bisogni reali. Fondamentale è il fatto che i volontari sono tutte persone del posto, che quindi conoscono il territorio e spesso anche il contesto familiare degli utenti. È un lavoro paziente e difficile che però ci dà grandi soddisfazioni». Così al trasporto si è affiancata la telefonia sociale attiva tutti i giorni, il supporto alle persone affette da demenza e diverse attività aggregative in collaborazione con le tre parrocchie del territorio.
A Padova questo importante supporto di prossimità è ben sperimentato dall’associazione Centro di ascolto Padova nord, principalmente in Arcella e, da poco, a Pontevigodarzere. Daniela Fabris, che presiede l’associazione, racconta che il 9 luglio è stato attivato, in collaborazione con il Comune, un nuovo centro di ascolto e di vicinanza in via Brunelleschi 1, al capolinea del tram di Vigodarzere, dove i volontari erano già presenti per effettuare il servizio di telefonia sociale. «Da quando sono stati chiusi gli uffici periferici del Comune abbiamo notato che molte persone venivano a bussare per chiedere informazioni. Fin da subito ci siamo attivati per dar loro risposte, cercando le informazioni sui servizi del territorio e, a volte, dando conforto e compagnia. Ora il punto di riferimento è stato formalizzato ed è aperto ufficialmente tutti i giorni dalle 10 alle 12 anche in agosto ed è affiancato da una piccola biblioteca accessibile a tutti e da incontri mensili di lettura in collaborazione con il circolo sociale Età d’oro». Questo nuovo punto si affianca a quello già attivo in via Temanza, che sta prendendo sempre più piede e al servizio della telefonata amica. «Le persone, specialmente quelle anziane, hanno soprattutto bisogno di un punto di riferimento.
Una volta che si è creato un rapporto di fiducia con il tempo emergono i vari bisogni per i quali cerchiamo di attivarci attraverso i servizi sociali e sanitari. Ho in mente una signora di 88 anni che vive sola perché ha i parenti in un’altra regione. La seguiamo da quando si è fratturata il femore, tre anni fa, prima in ospedale e poi a casa. Quando non andiamo noi, viene lei a trovarci. Stiamo inoltre sperimentando delle attività di gruppo per far conoscere tra loro gli anziani, spesso anche vicini di casa che non si conoscevano. In questo modo si attiva un sostegno alla pari molto utile e apprezzato».
Vicinanza è la parola chiave anche a Ponte San Nicolò dove i volontari di comunità sono già 15 e altri hanno dato disponibilità perché gli anziani seguiti stanno aumentando. “Ponte amico” è il progetto dell’associazione Ponte sul domani dedicato al sostegno di prossimità delle persone anziane, anche in questo caso frutto del progetto “Community care” del 2015-2016. «Seguiamo anche per tutta l’estate le persone con fragilità che ci segnala il comune – illustra Paolo Schiavon referente del progetto – E sono arrivate a 20, attraverso visite domiciliari settimanali, disbrigo di pratiche amministrative accompagnamento alle visite e telefonate di compagnia».
Queste esperienze, alle quali si affianca il progetto di affido dell’anziano che sta sperimentando a Padova l’onlus Anziani a casa propria, testimoniano come lo sviluppo di una rete territoriale capace di mettere in sinergia i vari servizi e opportunità e quindi dare una risposta veloce ai bisogni più o meno esplicitati degli anziani e delle persone fragili sia una strategia vincente, non solo in estate.
A cura del Csv Padova