Assistenti familiari, un contratto nuovo per “una figura sempre più necessaria”

I segretari generali di Domina, Federcolf e Aclicolf commentano le principali novità, che riconoscono l'importanza di quest'attività lavorativa, che coinvolge complessivamente circa 5 milioni di persone, tra famiglie e lavoratori. “La pandemia ha messo in luce il valore di queste figure professionali, spesso rimaste accanto ai loro assistiti nonostante la paura. Nel futuro, saranno sempre di più”

Assistenti familiari, un contratto nuovo per “una figura sempre più necessaria”

Non è solo un aumento retributivo, né un diverso inquadramento professionale: il nuovo contratto di lavoro domestico “riconosce il valore degli assistenti familiari di cui, soprattutto durante il lockdown, abbiamo compreso l'importanza”. Così Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina (associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico) commenta le novità introdotte dal contratto siglato tra le associazioni dei datori di lavoro (Fidaldo e Domina) e le organizzazioni sindacali dei lavoratori (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UILTuCS, Federcolf). E proprio questa “unitarietà, questo confrontarci con le istituzioni con una voce unica, associazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro, assume un significato particolare – spiega – Continueremo a interloquire così, sperando di arrivare a raggiungere un altro obiettivo che abbiamo in comune: una fiscalità agevolata per le famiglie, che permetta di regolarizzare tutti i lavoratori domestici”.

A creare questa sinergia hanno contribuito le modalità imposte dal lockdown stesso: “Non potendoci incontrare fisicamente, arrivando da tutta Italia, abbiamo iniziato a darci appuntamento in video e ci siamo confrontati sempre più spesso: è nato così questa intesa”, ci racconta.

Per quanto riguarda, nello specifico, il nuovo contratto, “in generale, abbiamo cercato di semplificare al massimo uno strumento molto utilizzato dalle famiglie e che, penso, lo sarà sempre di più anche in futuro. Chi ha un anziano in difficoltà, forse per qualche tempo almeno sceglierà di tenerlo in casa. Era quindi fondamentale far capire chiaramente diritti, doveri, cosa deve dare il datore di lavoro e quale servizio devo ricevere. L'inquadramento in un unico livello (B Super) risponde a questo scopo e sicuramente ridurrà il numero delle vertenze”.

Un altro aspetto fondamentale riguarda la regolarizzazione del secondo assistente: “Molti lavoratori riferivano di occuparsi, di fatto, di due anziano non autosufficienti, con tutte le difficoltà che possiamo immaginare. Ora le parti sociali hanno individuato un'indennità per chi assista due persone in difficoltà e, al tempo stesso, hanno reso meno onerosa l'assunzione del secondo assistente. Io credo che già con queste semplificazioni ridurremo del 15% le vertenze, che sono un male che attanaglia il nostro settore”, afferma Gasparrini.

Fondamentale poi la formazione: “Abbiamo poi voluto dare maggiore riconoscimento al lavoro – riferisce Gasparrini – prevedendo fino a 64 ore di formazione e valorizzando i percorsi di certificazione della qualità che abbiamo portato avanti. Non dimentichiamo infatti che le famiglie hanno bisogno di persone che sappiano come comportarsi con una persona anziana o in difficoltà”.

Gasparrini si dice poi “fiero” che nel contratto ci sia una “nuova attenzione verso la violenza domestica, sia nei confronti dei lavoratori domestici sia da parte di questi”: in particolare, “l'articolo 21 prevede un congedo per le donne vittime di violenze di genere, mentre il 28 fa riferimento alla violenza tra le mura domestiche”.

“Una grande conquista”

Per Giamaica Puntillo, segretaria generale di Aclicolf, “Il rinnovo del contratto del lavoro domestico, scaduto oramai da qualche anno, è un fatto di per sé molto positivo perché introduce delle importanti novità normative, tutelandone i salari e riconoscendo la professionalità delle tante persone impiegate in questo settore. Si tratta di una grande conquista per la categoria- aggiunge - che peraltro risponde alla realtà e ai bisogni delle famiglie, oltre a dare una giusta collocazione alle lavoratrici” e tra l'altro è una storica battaglia delle Acli Colf.

“Una genesi travagliata, una battaglia storica”

Ricostruisce così, la lunga genesi del contratto, Rita De Blasis, segretaria generale di Federcolf: “Ci sono voluti sette lunghi anni, spesi tra intese, confronti e - talvolta - anche scontri fra le parti sociali, per rinnovare il contratto collettivo della categoria e arrivare a stipulare il decimo contratto collettivo nazionale. Lo stimolo per concludere finalmente le trattative è arrivato proprio da ciò che avrebbe potuto ostacolarle: l'emergenza sanitaria in cui tutto il mondo è stato gettato dalla pandemia da Covid-19. Le difficoltà che quest'emergenza ha causato – ci racconta - anche solo per spostarsi da una città ad un'altra o per incontrarsi fisicamente, non sono state sufficienti a contrastare la volontà delle parti sociali di dare un segno al Paese: non soltanto un segno di ripresa delle normali attività, ma pure un segno di solidarietà tra famiglie e collaboratori familiari - alla luce della nuova terminologia, si potrà dire tra famiglie e assistenti familiari - rafforzata dal condividere all'interno della stessa abitazione questi momenti così travagliati”.

Tra le novità più rilevanti, c'è “il riconoscimento, anche economico, del possesso della certificazione di qualità istituita dalla norma tecnica UNI 11766:2019, adottata dall'Ente Italiano di Normazione per definire i requisiti relativi all’attività professionale dell’assistente familiare, sia essa colf, baby sitter o badante. Questa norma realizza il disegno che ha ispirato fin dall'inizio l'azione della Federcolf: il riconoscimento di un albo professionale delle colf; non sarebbe stato possibile emanarla senza la proposta e l'impegno del rappresentante dell'Ebincolf, l'ente bilaterale istituito dal Ccnl”.

E' poi “densa di ricadute pratiche la norma che obbliga alla corresponsione della retribuzione tutti i familiari coabitanti con il datore di lavoro. Si tratta di una disposizione che tutela in particolare le badanti chiamate ad assistere gli anziani – spiega De Blasis - che troppo spesso, quando terminano il loro servizio, si vedono rifiutare dai figli di chi hanno assistito fino agli ultimi giorni di vita perfino la liquidazione”. Inoltre, “è stata soppressa la clausola che consentiva al datore di lavoro di trattenere presso di sé i documenti di lavoro e di identità della colf; è stato eliminato il periodo di 'confinamento' nel livello A per i primi 12 mesi di lavoro della colf polifunzionale generica (quella che una volta era chiamata 'tuttofare'). La baby sitter passa dal livello A al livello 'B super' e viene riconosciuta nel livello 'D super' la figura dell'educatore che, pur assistendo persone autosufficienti, attua specifici interventi in ausilio a persone con disabilità psichica oppure da disturbi dell’apprendimento o relazionali”.

Altra rilevante novità “è costituita dall'introduzione di riconoscimenti retributivi specifici per i carichi di lavoro: la baby sitter avrà diritto ad un'indennità aggiuntiva per ogni bambino assistito fino al compimento del sesto anno di età; l'assistente di adulti non autosufficienti avrà diritto ad un'indennità aggiuntiva se chiamata ad assistere più di una persona non autosufficiente”. Inoltre, la regolamentazione dell'uso dei nuovi strumenti di sorveglianza audiovisiva della casa, al centro di innumerevoli dibattiti nei media in cui si contrappongono tesi antitetiche, è stato un atto di coraggio delle parti sociali, che ha richiesto uno sforzo congiunto per regolamentare un aspetto della convivenza abitativa particolarmente delicato e che implica il contemperamento della sicurezza dei familiari e dei beni con il rispetto della dignità e della privacy di chi lavora. La presenza degli impianti audiovisivi deve anzitutto essere indicata nella lettera di assunzione e, comunque, la loro installazione va preventivamente comunicata per iscritto alla colf, restando in ogni caso vietata nell'alloggio riservato alla stessa e nei servizi igienici. Le immagini e le informazioni raccolte a mezzo di questi impianti dovranno essere trattate nel rispetto della disciplina legale sul trattamento dei dati personali. Gli aumenti retributivi, che entreranno in vigore dal prossimo 1° gennaio, copriranno infine la perdita di valore della retribuzione non colmata dagli aumenti fissati negli anni scorsi dalla Commissione Paritetica Nazionale”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)