Agroalimentare sempre sicuro. Anche nelle settimane dell’emergenza Covid-19, i controlli antifrode sono proseguiti
L’approvvigionamento alimentare degli italiani è stato garantito in questo periodo grazie a 3 milioni di lavoratori che, nonostante i rischi per la salute, hanno continuato a lavorare.
Buoni e sicuri sempre, anche in un periodo complesso come quello che tutto il Paese sta vivendo. Lo sono i prodotti agroalimentari nazionali, forti della maestria produttiva di tutta la filiera ma, anche, della capacità di controllo delle istituzioni.
Per capire meglio, basta leggere l’ultimo rapporto reso noto dal ministero delle politiche agricole sulla base dell’attività dell’Icqrf (l’Istituto centrale della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari), che, tra l’altro, riporta solamente una parte, seppur importante, dell’attività di ispezione.
A conti fatti, nei tre mesi di emergenza Covid-19, sono stati svolti 21.172 controlli antifrode sulla filiera agroalimentare, di cui 2.543 ispezioni direttamente presso gli stabilimenti di produzione, con particolare attenzione ai prodotti di qualità DOP, IGP, al biologico e al settore oleario e vitivinicolo. Controlli serrati anche sui canali e-commerce, considerato l’incremento delle vendite on line e per quanto riguarda il monitoraggio delle segnalazioni di pratiche sleali. Solo su questo fronte, l’Ispettorato antifrode ha “operato 445 interventi per la rimozione, su Alibaba, Amazon e ebay, di inserzioni irregolari di prodotti agroalimentari”. L’ICQRF ha partecipato inoltre al Piano europeo di controllo sulle vendite e sulla pubblicità on line di prodotti alimentari con riferimenti al Covid-19 effettuando 35 interventi sul web, e segnalando alla Commissione europea 35 prodotti irregolari, tra i quali integratori alimentari, estratti di erbe, the, funghi e miele. Oltre un terzo delle verifiche – si legge ancora in una nota -, è stato svolto nell’area settentrionale del Paese, il 17% in Lombardia e Veneto, a garanzia del mantenimento di alcune delle maggiori eccellenze del made in Italy: il Grana padano, con oltre 5,2 milioni di forme e il “Sistema Prosecco”, con oltre 600 milioni di bottiglie prodotte (dati 2019). Grande attenzione, poi, è stata posta sui prodotti che, in seguito all’emergenza Covid e al conseguente isolamento domestico, hanno registrato sostanziali incrementi delle vendite, come le carni, le uova, la pasta, il riso e, in generale, i prodotti alimentari preconfezionati.
I risultati pare siano più che confortanti. I tassi di irregolarità riscontrati, infatti, sono stati in linea con gli indici registrati nei periodi precedenti lo stato emergenziale – circa il 10% dei prodotti controllati è risultato irregolare -, situazioni che a seconda dei casi hanno provocato sequestri e sanzioni.
La morale di tutto questo? In tempi nei quali è più facile criticare che apprezzare, occorre dirlo: l’Italia è uno dei mercati nei quali il livello dei controlli antifrode nell’alimentare non solo è sempre altissimo, ma spesso viene preso ad esempio da altri Paesi. Una condizione assolutamente importante, tenendo anche conto che sempre il nostro è anche uno dei Paesi nei quali la filiera agroalimentare è davvero un comparto imponente. Coldiretti, proprio nelle stesse ore nelle quali il ministero rendeva noti i dati sui controlli, ha provato a fare i conti. L’approvvigionamento alimentare degli italiani è stato garantito in questo periodo grazie a 3 milioni di lavoratori che, nonostante i rischi per la salute, hanno continuato a lavorare in piena pandemia in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita in Italia, tra ipermercati (911) supermercati (21.101), discount alimentari (1.716), minimercati (70.081 e altri negozi (138.000). Se poi accanto a questi numeri, si pongono i tassi di crescita proprio della spesa alimentare in queste settimane (+3,5% sempre evidenziato dai coltivatori diretti), si comprende subito l’importanza e la delicatezza di una “macchina”, fatta da privati e da istituzioni, del cui funzionamento però pochi si rendono conto ma della quale l’intera comunità ne beneficia. Dovremmo esserne orgogliosi tutti.