Agroalimentare sempre più online. Ma i guadagni sono ancora difficili tra crescita dei costi, nuovi canali di vendita e concorrenza
Proprio la pandemia di Covid-19 ha dato la spinta verso l’alto forse più importante al commercio agroalimentare on line.
L’agroalimentare conquista i consumatori anche attraverso il web. Certo, mercati rionali e negozi di prossimità, così come la ormai fitta rete della grande distribuzione organizzata, rappresentano ancora l’asse portante delle vendite alimentari, ma le possibilità offerte dalla Rete costituiscono sempre di più una prospettiva importante. Che nel 2022 potrebbe ancora acquisire quote di mercato. Senza dire della scialuppa di salvataggio che le vendite on-line hanno rappresentato in un periodo di grandi difficoltà come questo.
Proprio la pandemia di Covid-19 ha dato la spinta verso l’alto forse più importante al commercio agroalimentare on line. Stando ad alcune stime recenti, nel 2020 le vendite attraverso questo canale sono cresciute del +134%, con picchi del +300% fra marzo-aprile di quell’anno e del +183% nelle feste natalizie. Le stime per il 2021 indicano, poi, ulteriori aumenti per almeno il 60-70%. E, in questo ambito, un ulteriore ruolo hanno acquisito i lavoratori delle piattaforme digitali. Anzi di più, sarebbe infatti attraverso questo “lavoro nascosto” ai più che il fatturato del food delivery ha raggiunto in Italia, secondo un calcolo Coldiretti, il valore da primato di 1,5 miliardi nel 2021. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio nazionale sul mercato del cibo a domicilio, riportate sempre dai coltivatori diretti, il settore del digital food delivery continuerebbe poi la sua “corsa inarrestabile, registrando una crescita del 59% rispetto al 2020 guidata da un lato dall’evoluzione tecnologica, dall’altro dall’accelerazione dovuta all’emergenza pandemica”. Un vero boom produttivo e commerciale. Con tutto quello che ne consegue. Anche dal punto di vista delle cautele e delle attenzioni da porre.
Diritti dei lavoratori, da un lato, e dei consumatori, dall’altro, sono infatti messi sotto osservazione. Regole d’ingaggio più eque e chiare per chi deve lavorare per le piattaforme digitali sono ormai richieste da più parti, così come regole che assicurino il rispetto delle norme igienico-sanitarie applicate agli alimenti acquistati e trasportati. E c’è da tenere conto anche della più vasta questione della concorrenza sempre più accesa. “Il boom del cibo a domicilio nelle case degli italiani ha portato – nota a questo proposito Coldiretti – un’accesa competizione sui costi tra le diverse piattaforme con offerte gratuite di trasporto, promozioni e ribassi, che rischia a volte di ripercuotersi sull’intera filiera, dal personale ai conti dei ristoratori fino ai loro fornitori dei prodotti agricoli e alimentari”.
Se, insomma, la crescita del commercio on line di prodotti agroalimentari appare davvero come una risorsa da coltivare anche per le imprese agricole, dall’altro deve comunque essere gestita con grande cautela e attenzione. Soprattutto perché rischia di comprimere ulteriormente i margini in favore degli agricoltori costretti già a fare conti molto precisi a causa dell’aumento dei costi di produzione (dalle materie prime a quelli dell’energia), e della crescita di quelli collegati ai trasporti e alla logistica in generale. Senza dire degli effetti dell’inflazione. A questo proposito, gli ultimi calcoli riferiti a dicembre 2021 confermano la situazione: l’inflazione sale al 3,9% mentre la crescita dei prezzi dei prodotti alimentari è minore e pari al 2,9%. La conseguenza è semplice: molte imprese agricole stanno vendendo sottocosto.
Difficile dire adesso cosa accadrà da qui in avanti. Anche se una prospettiva gli agricoltori l’hanno già abbastanza delineata: occorrerà fare sempre più attenzione agli equilibri di bilancio e, quindi, non solo ai canali di vendita ma anche alla struttura dei costi.