Agriturismo ancora forte. Un'attività che svolge una funzione che si potrebbe definire come educativa e informativa
Questa attività sta sopportando forti danni dalla pandemia, ma conserva ancora tutto il suo ruolo importante nell’ambito delle imprese agricole.
Non solo produzione di alimenti ma anche produzione di benessere e tutela del territorio. E’ questa ormai la vocazione dell’agricoltura. Certo, l’assicurare cibo per tutti e di qualità, rimane il compito principale dei campi e delle stalle italiane (e non solo). Ma è da qualche decennio che la cosiddetta multifunzionalità dell’impresa agricola ha assunto un ruolo importante e spesso determinante per i bilanci delle aziende. Anzi, proprio l’agriturismo – che certamente è la seconda attività agricola in ordine di importanza -, oltre consentire la presenza di tante imprese sul territorio, ha certamente svolto anche una funzione che si potrebbe definire come educativa e informativa. Sono ormai milioni le persone che, di fatto, hanno riscoperto la terra e il suo lavoro attraverso le aziende che praticano l’ospitalità rurale. Che, come il resto dell’economia, in questo periodo sopporta grandi difficoltà.
Per capire la situazione, basta pensare che, come ha recentemente spiegato Terranostra, l’associazione che raccoglie le aziende agrituristiche di Coldiretti -, dopo aver raggiunto la cifra da primato pari a oltre 14 milioni di pernottamenti lo scorso anno, il comparto agrituristico italiano fa adesso i conti con una perdita complessiva stimata per quest’anno in circa un miliardo di euro, pari al 65% del fatturato annuale. E’ il prevedibile e pesante effetto della chiusura forzata delle scorse settimane anche delle attività agrituristiche; un effetto amplificato anche con il crollo del turismo internazionale con gli stranieri che rappresentano il 59% dei pernottamenti complessivi. Si spera, adesso, nell’estate appena iniziata.
Al di là dei dati contingenti, tuttavia, il significato dell’agriturismo vale ancora tutto. Soprattutto per il nostro Paese che ancora oggi è in prima fila nel comparto con 24mila strutture agrituristiche, in grado di offrire 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola. Numeri che, tra l’altro, potrebbero dire la loro anche in queste settimane, vista la particolare struttura di queste aziende che, meglio di altre, è in grado di assicurare le condizioni richieste per la prevenzione dei contagi. Giustamente, quindi, è stato spiegato che questa attività “svolge un ruolo centrale per la vacanza Made in Italy post Covid-19 perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità per la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane per garantire il rispetto delle distanze sociali ed evitare affollamento”.
Agriturismo, dunque, come risorsa su più fronti. A patto – è bene sempre sottolinearlo -, che non si dimentichi la vera natura delle aziende agricole. Un punto sul quale gli stessi agricoltori giustamente non retrocedono. E’ attività agrituristica, infatti, quella che comunque trae risorse e motivo da quella agricola. Non si tratta cioè di alberghi e affittacamere camuffati da imprese agricole. Punto cruciale, questo, che anche gli ospiti devono osservare con attenzione. Anche perché l’attrattività di questa formula spesso provoca storture e frodi che le stesse associazioni agrituristiche combattono. Ma non basta.
L’agriturismo non deve trasformarsi in una sorta di rappresentazione colorita e bucolica dell’agricoltura. Che rimane, cioè, sempre un settore economico a tutti gli effetti, con imprese che devono chiudere bilanci correttamente e produrre alimenti sani e controllati. L’agricoltura, in altri termini, conserva davvero il suo principale compito al quale, certo, possono e devono affiancarsi altre attività.