8 marzo: storie di donne in agricoltura. La scommessa della giovane Maria: bellezza al naturale dell'allevamento di lumache
Coldiretti Padova: in crescita le imprese al femminile soprattutto fra le giovani, con un forte tasso di innovazione e attenzione ai risvolti sociali.
L’agricoltura è sempre più al femminile, soprattutto fra le nuove generazioni. In occasione dell’8 marzo Coldiretti Padova sottolinea la sempre più marcata presenza delle imprenditrici nel settore primario, sempre più spesso alla guida dell’azienda e in particolarità di aziende con un forte tasso di innovazione.
Non è un caso, afferma Valentina Galesso, leader di Coldiretti Donne Impresa Padova, che dai dati del Programma di Sviluppo Rurale Veneto emerga per l’appunto la propensione femminile alla progettualità in agricoltura. “Nell’arco temporale della programmazione dal 2014 al 2020 una su quattro delle domande per investimenti strutturali è legata ad aziende a conduzione femminile (38%) ovvero quattro su dieci attività tra le neo insediate è donna, il 42,3% investe sulla diversificazione aziendale con interventi inerenti alla realizzazione di agriturismi, fattorie didattiche e solidali oltre che per le produzioni “non agricole” quali ad esempio gli estratti dalle piante: olii essenziali, biocosmesi, integratori alimentari dalle alghe anche birra agricola.
Negli ultimi cinque anni le aziende agricole in rosa sono cresciute ad un ritmo più intenso. La corsa alla imprenditorialità seppur rallentata a causa dell’emergenza sanitaria è risultata costante soprattutto nei regimi del biologico, biodinamico a conferma della grande responsabilità sociale con cui le donne affrontano il proprio ruolo di capitane d’impresa. La campagna è il luogo dove più si esprime la vocazione all’accoglienza, al benessere e ai servizi sociali e quindi alla multifunzionalità” conclude Galesso sottolineando l’attitudine alla svolta verde delle agricoltrici.
Testimonial dell’8 marzo per l’agricoltura padovana è Maria, giovane imprenditrice di Coldiretti, titolare dell’azienda agricola “Vita da lumaca”, che nei mercati di Campagna Amica Padova presente la sue proposte per una bellezza tutta al naturale grazie ai prodotti cosmetici naturali ottenuti nel suo allevamento grazie alla bava purissima di chiocciola e alle sue particolari qualità.
Maria Gavrilita, giovanissima madre di due figli e di milioni di chioccioline, avvia la sua attività a Campo San Martino nel 2016, con la voglia di rimanere a contatto con la terra e grazie all’impegno e alla passione che dedica ogni giorno al suo meraviglioso angolo di paradiso, immerso nel cuore della natura, i risultati non tardano ad arrivare. Il suo slogan è sempre stato: “Volere è potere” : inizialmente un solo recinto, l'anno dopo 15, per arrivare ad oggi con 24 recinti! L’azienda si estende in 6.000 mq di superficie, con 24 recinti di circa 45 metri di lunghezza e 3,5 metri di larghezza, dove vivono felici le chiocciole.
Ogni recinto é diviso in due zone: la zona di riproduzione: dove nel periodo primaverile ci sono circa 1250 riproduttori per accoppiarsi, deporre uova e dedicata alla prima fase di crescita dopo la schiusa delle uova; la zona di ingrasso, dove le chiocciole trovano spazio per diventare adulte e successivamente essere vendute. La produzione media per un allevamento come “Vita da lumaca” di Maria, é di circa 1.700kg annui, valore che può variare molto a seconda delle stagioni.
Le chiocciole sono ermafrodite e si riproducono dal mese di marzo al mese di ottobre, per 3/4 covate ognuna e circa 60 uova a covata. Dal mese di novembre fino ad inizio marzo, le chiocciole vanno in letargo, si interrano all'interno dei recinti, per poi risvegliarsi ed iniziare il ciclo di riproduzione.
Le chiocciole mangiano verze, cappucci, carote, girasoli, coste, soia, colza, tutto a seconda della stagionalità e delle colture prodotte in Azienda (sono molto ghiotte!! in un mese mangiano circa 1500 piante di cavoli e 16 quintali di carote senza contare quello seminato dentro i recinti dove vivono!!). Maria tiene molto all’alimentazione delle sue chiocciole, questo perché il loro gusto finale cambia in base all'alimentazione.
Fonte: Coldiretti Padova