Xylella: Corte di Giustizia Ue condanna l’Italia. Mancata attuazione di misure per impedire la diffusione del batterio
Prima condanna per l’Italia da parte dell’Ue sulla questione della Xylella, il batterio che ormai da anni sta colpendo gli olivi in Puglia.
L’Italia, stando alla sentenza della Corte di Giustizia comunitaria che ha sede a Lussemburgo, non ha applicato con tempestività e rigore le misure obbligatorie che l’Europa aveva indicato per impedire la diffusione di questa malattia che causa il disseccamento delle piante.
La sentenza è arrivata dopo il ricorso da parte della Commissione Ue ed è, per ora, solo una condanna per “primo inadempimento”, che comporta quindi una sanzione pecuniaria corrispondente al pagamento delle spese processuali. Pesante, comunque, il significato politico della decisione della Corte. La Xylella fastidiosa (questo il nome scientifico del batterio) è una malattia che colpisce gli olivi ma anche altre piante (circa 500 specie diverse), che, se non bloccata in tempo con operazioni di delimitazione delle aree e di abbattimento dei vegetali colpiti, può condurre alla totale perdita di intere coltivazioni e ai conseguenti danni economici. La malattia è stata osservata in Italia per la prima volta nel 2013 in oliveti della Puglia, ma altri focolai sono stati rilevati in Toscana (Monte Argentario), oltre che in Spagna, Francia e Portogallo.
Quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Ue è la conclusione della prima fase di una procedura di infrazione che è iniziata nel 2015. L’Europa aveva stabilito decise misure di eradicazione della malattia calibrate però sulla base della gravità della stessa e con l’obiettivo di non consentire l’espansione del batterio. La zona infetta, dove tutte le piante malate dovevano essere abbattute, veniva circondata da un’area “cuscinetto” nella quale era previsto l’abbattimento anche delle piante sane.
La decisione della Corte è stata motivata, prima di tutto, dal fatto che l’Italia non avrebbe proceduto immediatamente alla rimozione di tutte le piante infette e, poi, dalla mancata garanzia, nella cosiddetta “zona di contenimento”, del monitoraggio della presenza della Xylella attraverso controlli annuali. Nello scorso maggio, un decreto aveva comunque accelerato l’applicazione delle misure di quarantena e avviato un piano da 150 milioni per sostenere il settore oleicolo pugliese.