Violenza sui minori, Bonetti: “Sfida della digitalizzazione per far emergere il fenomeno"
Il nostro Paese non ha ancora un sistema informativo nazionale che raccolga dati su maltrattamenti e prese in carico dei Comuni. Dall'indagine di Terre des Hommes e Cismai, su un campione di 196 comuni, in Italia sono oltre 400mila i bambini e ragazzi affidati ai servizi sociali, di cui oltre 77 mila perché vittime di maltrattamenti
“Il fenomeno della violenza sui minori è ancora nascosto e rischia di rimanere tale in una società che per tanti motivi non vuole scoperchiarlo”. Per Elena Bonetti, Ministra per le pari opportunità e la famiglia, “la sfida della digitalizzazione deve avere quindi anche l'obiettivo di far emergere questo fenomeno”. Perché ancora oggi in Italia manca una raccolta sistematica a livello nazionale di dati sul fenomeno, come emerge dalla Seconda indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia, realizzato e presentato oggi da Terre des Hommes e Cismai. In base ai risultati dell'indagine, basata sui dati di 196 Comuni italiani selezioni da Istat quale campione rappresentativo della popolazione minorile italiana, sono 401.766 i bambini e ragazzi presi in carico dai servizi sociali in Italia, 77.493 dei quali perché vittime di maltrattamento.
Terre des Hommes e Cismai si rivolgono al Governo italiano affinché si faccia carico dell’istituzione di un sistema informativo nazionale permanente di raccolta dati sul maltrattamento e promozione di banche dati sul fenomeno. Le due organizzazioni ricordano che esiste già uno strumento istituzionale che potrebbe rispondere a questo obiettivo, ossia il Casellario dell’Assistenza che, con minimi adeguamenti, potrebbe svolgere una puntuale e permanente rilevazione del fenomeno.
L'indagine di Terre des Hommes e Cismai è quindi uno dei pochi strumenti a disposizione per capire le dimensioni del fenomeno delle violenze sui minori. E, rispetto alla prima indagine svolta nel 2015, in 117 comuni sui 196 presi in considerazione si registra un aumento del 3,6% di bambini e ragazzi in carico ai servizi sociali in generale e del 14,8% minori i in carico perché maltrattati.
Nelle prossime settimane dovrebbe essere approvato il nuovo Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e sono in via di definizione le linee guida per la partecipazione dei minori alla vita sociale. Strumenti, secondo la Ministra, che potranno far superare quell'idea, ancora radicata, che bambini e adolescenti non contino in quanto tali e non abbiano una cittadinanza piena. “Uno degli stereotipi è che i minori sono un pezzo di società che è in attesa di diventare adulto. Invece bambini e ragazzi hanno diritto di essere in questa società per quello che sono”. E come esempio di cambio di prospettiva sui minori, cita l'assegno unico universale che partirà da luglio. “Il cardine dell'assegno è lo sguardo dei babini e dei giovani. L'assegno è rivolto a loro, non al nucleo famigliare. E così i congedi parentali non sono un diritto del lavoratore, ma dei figli. Idem gli asili nido, sono un diritto dei bambini”.
Elena Bonetti ha anche ricordato lo sforzo, durante il lockdown e nei mesi successivi, perché i bambini non venissero dimenticati nelle loro case. E gli stanziamenti indirizzati ai luoghi della comunità educante: dagli oratori ai centri estivi, alle reti educative presenti nei territori, che possono, tra l'altro, svolgere quel ruolo di sentinelle nell'intercettare i casi di maltrattamenti e violenza sui minori. “Oggi investire sull'educazione informale serve anche a colmare il divario sociale, ad aiutare la crescita di quei ragazzi che appartengono alle famiglie più in difficoltà. Soprattutto in alcune regioni”.
Significativo, da questo punto di vista, quanto emerge dall'indagine di Terre des Hommes e Cismai: la forma di maltrattamento principale è rappresentata dalla patologia delle cure (incuria, discuria e ipercura) di cui è vittima il 40,7% dei minorenni in carico ai Servizi Sociali, seguita dalla violenza assistita (32,4%). Il 14,1% dei minorenni è invece vittima di maltrattamento psicologico, mentre il maltrattamento fisico è registrato nel 9,6% dei casi e l’abuso sessuale nel 3,5% .
Le sentinelle che intercettano i casi di violenza sono soprattutto l'autorità giudiziaria (42,6% delle segnalazioni), uno dei due genitori (di solito la madre 17,9%) e la scuola (16,1%). Poche invece le segnalazioni arrivate da ospedali (4,2%) e pediatri (1,4%). Per le due organizzazioni è necessario agire di più sulla prevenzione, sulla precoce individuazione dei primi segnali di violenza. “Spesso i casi si scoprono quando i bambini sono diventati grandi -racconta Gloria Soavi, coordinatrice del Comitato Scientifico di Cismai-, con conseguenze sempre più gravi”.
Dario Paladini