Ucraina. Santo Stefano Re d’Ungheria. Alessandra abbraccia sua figlia e le nipotine
La parrocchia di Santo Stefano Re d’Ungheria si è attivata per ricongiungere a Padova il nucleo familiare. Storie di solidarietà senza confini: protagonista la parrocchia padovana di Santo Stefano Re d’Ungheria, in zona Brusegana. Qua vive da diverso tempo Alessandra, ucraina, che grazie alla disponibilità di alcuni parrocchiani, ha potuto riabbracciare la figlia Iulia di 28 anni e le nipotine Iana di 7 anni e Victoria di 18 mesi.
Sono arrivate da Leopoli, dopo un difficile viaggio attraverso Polonia e Croazia, mentre in patria è rimasto il marito. Viaggio e accoglienza in Italia sono stati possibili grazie a una bella catena di solidarietà, che ha visto tra le protagoniste Orietta Cappellato: «Conosco Alessandra perché vive non lontano dalla casa della mia anziana madre e quando l’ho vista preoccupata per la sorte della figlia e delle nipoti, mi sono detta disponibile a fare in modo che i suoi cari potessero arrivare a Padova».
Così insieme ai fratelli Daniela e Andrea ha accolto Iulia e le bimbe nella casa della mamma Maria, dove hanno potuto riposare dopo il lungo viaggio, durante il quale hanno beneficiato dell’accoglienza del popolo polacco. Seppure provate dall’esperienza della guerra e della precipitosa fuga, hanno potuto ben presto ritrovare un po’ di serenità grazie alla presenza della mamma e nonna Alessandra e con l’arrivo della famigliola ucraina a Brusegana, nella parrocchia di Santo Stefano si è attivata subito una rete solidale: «Penso davvero che il Signore ci abbia dato una mano in questa triste vicenda – è la riflessione di Orietta – Il giorno stesso del loro arrivo ho contattato alcune amiche attive in parrocchia e in poche ore una famiglia ha messo a disposizione per alcuni mesi a titolo gratuito un appartamento dove potranno cercare di recuperare serenità».
«Il nostro sentimento di riconoscenza verso voi italiani e gli amici di Santo Stefano è davvero grande», aggiunge commossa Alessandra. La donna ora ha in mente un solo obiettivo, trovare un nuovo lavoro che le consenta di avere uno stipendio dignitoso così da provvedere anche a sua figlia e alle sue nipoti che non potranno certo tornare in Ucraina a breve.