Suicidi in carcere, la polizia penitenziaria lancia l’allarme: “E’ emergenza civica”

Nei primi due giorni del nuovo anno già 2 suicidi, un tentato suicidio e un’evasione. Di Giacomo (Spp): “La pandemia ha avuto e continua ad avere ripercussioni ancora più gravi nelle carceri”. De Fazio (Uilpa Pp): “Pressoché ogni giorno, nelle discariche sociali rubricate sotto il nome di carceri succede qualcosa di grave. Il Governo intervenga!”

Suicidi in carcere, la polizia penitenziaria lancia l’allarme: “E’ emergenza civica”

 Il 2022 è iniziato male e i sindacati di polizia penitenziaria sono già sul piede di guerra. Con il suicidio per impiccagione di un detenuto presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia, preceduto di circa ventiquattr’ore da quello registrato nel penitenziario di Salerno, sale a due la tragica conta dei morti di carcere nei primi due giorni dell’anno 2022. E il bilancio sarebbe ancora peggiore se un altro detenuto che aveva tentato la stessa terribile sorte non fosse stato soccorso in tempo dalla Polizia penitenziaria presso la Casa Circondariale di Genova Marassi. A questo, si aggiunge l’evasione di sabato di un pericoloso detenuto dalla Casa Circondariale di Vercelli.
Una situazione che ha allarmato i sindacati di polizia penitenziaria, appunto, che nelle ultime ore hanno preso una dura posizione.

“Il suicidio di un detenuto a Vibo Valentia - dove solo pochi giorni fa un altro detenuto extracomunitario aveva tentato di togliersi la vita dandosi fuoco ed è tuttora ricoverato in gravi condizioni nel centro Grandi Ustionati del l'ospedale Cardarelli di Napoli - è il secondo dell’anno appena iniziato dopo il suicidio avvenuto a Capodanno a Salerno. E se si aggiunge che nelle ultime ore a Genova solo il pronto intervento di agenti penitenziari ha salvato un detenuto dal suicidio, la situazione è di autentica emergenza civica”. A sostenerlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria (Spp) Aldo Di Giacomo, che ricorda come nel 2021 i suicidi in carcere siano stati 54 e oltre 500 negli ultimi dieci anni, mentre alcune decine di migliaia i casi di autolesionismo e il doppio i casi di interventi di agenti penitenziari che sono riusciti a sventare i tentativi di suicidi.

“Come sostengono gli esperti, la pandemia se in generale ha accentuato situazioni di disagio mentale, apprensione ed ansia, ha avuto e continua ad avere ripercussioni ancora più gravi nelle carceri dove – aggiunge Di Giacomo – il personale di sostegno psicologico come quello sanitario in generale ha numeri ridotti e non riesce a far fronte all’assistenza ancor più necessaria negli ultimi due anni di Covid. Come sindacato è da tempo che abbiamo proposto l’istituzione di Sportelli di sostegno psicologico, tanto più contando su almeno 3 mila laureati in psicologia che nel nostro Paese non lavorano con continuità. Come per il personale penitenziario che continua a dare prova di impegno civico è sicuramente utile attivare corsi di formazione ed aggiornamento per essere maggiormente preparati ad affrontare casi di autolesionismo e suicidio, oltre naturalmente a provvedere rapidamente all’atteso potenziamento degli organici”.

“Uno Stato che non riesce a garantire la sicurezza del personale e dei detenuti testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici. L’incapacità – continua Di Giacomo – è ancora più irresponsabile in questa nuova fase di diffusione della pandemia con oltre un migliaio tra agenti e detenuti positivi solo nell’ultima settimana. Una realtà che segna un trend di contagi in forte aumento in queste festività destinato dunque ad avere conseguenze impattanti e ad aggravare la situazione già di eccezionale emergenza della gestione delle carceri. Sminuire o nascondere la verità – aggiunge – può solo portare ad un’ulteriore sottovalutazione e a complicare le problematiche esistenti per la salute della popolazione carceraria e di chi lavora”.

De Fazio (Uilpa Pp): “Carceri come discariche sociali, il Governo intervenga!”

“A rendere nitido a politici e governanti il quadro delle nostre carceri non sono evidentemente bastate le rivolte del 2020 e i conseguenti tredici morti, così come non è stato sufficiente tutto ciò che è emerso nel corso del 2021. Se il capo del Dap, Bernardo Petralia, pensa che a ogni magistrato farebbe bene trascorrere una settimana in carcere, come titola la Repubblica, noi riteniamo che ne servirebbero almeno due ai nostri politici per comprenderne appieno le storture, la disorganizzazione e i molteplici deficit”. E’ quanto afferma Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. Che prosegue: “Sempre dalla Repubblica apprendiamo che la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha dichiarato che da gennaio le carceri saranno la sua priorità. Noi, che fidandoci anche delle parole del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, pronunciate in occasione del voto di fiducia in Parlamento ci eravamo illusi che potessero, e forse dovessero, costituire la priorità sin dall’inizio del suo mandato, sottolineiamo che gennaio è iniziato da due giorni e che, mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata”.

“Se qualcuno non lo avesse capito – insiste il segretario della Uilpa Pp – noi lo ripetiamo: non c’è più tempo! Pressoché ogni giorno, ormai, nelle discariche sociali rubricate sotto il nome di carceri succede qualcosa di grave; i detenuti continuano a patire e a morire e gli operatori, di Polizia penitenziaria in primis, ne subiscono le conseguenze dirette e indirette e spesso si trovano fra l’incudine delle legittime aspettative dell’utenza e il martello che deriva dalle ripercussioni provocate da un sistema fallimentare”.

“Non bastano meri interventi amministrativi né la revisione dei regolamenti, tantomeno i puri drafting normativi che ci capita talvolta di leggere: servono interventi immediati e tangibili da parte del Governo, con un decreto che affronti l’emergenza e la contestuale messa in campo di una riforma unitaria e strutturale dell’intero sistema d’esecuzione penale. Mentre si attende che il tema divenga la priorità – conclude amaro De Fazio –, in carcere e di carcere si continua a morire e, in questo scorcio di 2022, alla media di una vittima al giorno”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)