Sinodo a Montegalda, Selvazzano e Limena. Una strada-sfida verso l’essenziale
Il sintetico percorso storico proposto dal vescovo ha fatto cogliere la necessità di trovare un nuovo “senso” dell’essere Chiesa di Padova
Le parole del vescovo Claudio all’apertura del Sinodo sono state molto chiare. «Dal sintetico percorso storico che ha fatto – afferma Leonildo Bettio, delegato in consiglio pastorale diocesano per il vicariato di Selvazzano – si percepisce la necessità di trovare un nuovo “senso” per essere Chiesa di Padova soprattutto rispetto alla crisi che si manifesta fra parrocchie e società. Ci aspettiamo concretezza che porti poi a essere più vicini alle persone». Alcune espressioni hanno lasciato in segno in maniera forte tra i partecipanti: i vicariati sono pronti ad affrontare i prossimi passi, con gioia e speranza, come chi si mette in viaggio verso una meta sconosciuta.
«Il vescovo ha parlato di strada – spiega infatti Rosanna Bortoli, del consiglio pastorale di Limena – che vuol dire uscire, mettersi in gioco, fare fatica, incontrare l’altro e stare al suo passo. Poi ha dato risalto al mettersi in ascolto, dello Spirito e del mondo e infine ha parlato di attivare dei processi, e questo porterà a dei cambiamenti. Mi sembra una bella sfida». «Si è percepito – conclude don Sergio Turato, vicario foraneo di Montegalda – il desiderio di una Chiesa che possa camminare al passo coi tempi, che dica il Vangelo al tempo di oggi a questa società. Dobbiamo impegnarci nell’annuncio levando quello che è di più e che appesantisce per arrivare davvero all’essenziale. Indire il sinodo ora è davvero un’opportunità per fermarsi e riflettere su cosa vuole essere oggi la Chiesa».