Siamo artigiani della pace. Un 2021 all’insegna del rammendo
L’ago in una mano. Nell’altra il filo. Padova e il Veneto, ma anche l’Italia e l’Europa hanno davanti a sé un 2021 da affrontare con spirito artigianale. Meglio ancora, sartoriale.
Se c’è una lacuna – assai evidente – con la quale usciamo dall’anno del Covid, per continuare a farci i conti anche nei prossimi mesi, è quella ricucitura del Paese auspicata dal presidente del Csv Alecci meno di un anno fa, quando la nostra città diventava a tutti gli effetti Capitale europea del volontariato, alla presenza del capo dello stato.
La pandemia che sta sfibrando il nostro tessuto sociale ed economico ha come annodato il filato attorno alla spagnoletta. Non ci siamo del tutto ingrippati, ma certamente non abbiamo neppure sciolto i nodi per poi procedere a riunificare le componenti di una società in affanno, che ha bisogno di iniziare davvero a progettare il proprio futuro.
Destano perplessità i dati dell’osservatorio sulla coesione sociale dell’Università di Padova. Nella settimana dal 18 al 24 dicembre, a ogni menzione della parola Natale, la comunità veneta è stata attraversata da una sensazione di frammentazione, come di fronte a un periodo di rigidità e non di festa: sette veneti su dieci sono entrati in conflitto rispetto alle misure sanitarie adottate.
Ma la rotta si inverte solo attraverso la cultura della cura che sta al centro del messaggio di papa Francesco per la 54a Giornata mondiale della pace. Covid-19, la crisi economica che ne consegue, ma anche quella climatica, il razzismo, la “terza guerra mondiale a pezzi che attraversiamo”, sottolinea il papa, «ci insegnano l’importanza di prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza». E i rapporti di fratellanza non sono appannaggio della politica, degli opinion leader o degli influencer. Si tratta di un rammendo quotidiano, in cui ognuno è chiamato a giocarsi in trasparenza, senza i doppi fondi dell’apparenza o i secondi fini per effimeri successi. L’atteggiamento di ognuno è come un prodotto made in Italy: la qualità si percepisce. In questo mese in cui sette Chiese trivenete camminano su “Passi di pace” comuni, siamo tutti chiamati a essere artigiani della pace.
«Pace, giustizia e salvaguardia del creato – scrive ancora il papa – sono tre questioni del tutto connesse, che non si potranno separare in modo da essere trattate singolarmente, a pena di ricadere nuovamente nel riduzionismo». Dopo aver visto la natura rifiorire grazie alla nostra assenza durante il lockdown, sapremo rigenerare la relazione con il creato? Facciamo nostra la lezione di Agitu Idea Gudeto, barbaramente assassinata dopo essersi battuta contro l’accaparramento selvaggio delle terre da parte delle multinazionali nella sua Etiopia e dopo aver fatto rivivere porzioni abbandonate della valle dei Mocheni grazie alle sue capre felici.