Scienza & Vita. Alberto Gambino: “Il futuro? All’insegna di una maggiore concretezza nell’orizzonte valoriale di sempre”
Una maggiore concretezza nell’orizzonte valoriale di sempre, in armonia con la Cei e nello spirito della Chiesa in uscita di Papa Francesco. Sentendosi chiamati come laici a piena corresponsabilità con i pastori. Prosegue l'impegno di fronte alle sfide della bioetica e si apre l'ambito della formazione. Il giurista Alberto Gambino, appena riconfermato presidente dell'associazione Scienza & Vita, delinea al Sir il programma di lavoro del prossimo triennio. La volontà di "essere noi a dettare l'agenda" e la ricerca di "alleanze" su temi condivisi
“Con riferimento ad alcuni provvedimenti legislativi siamo riusciti ad attenuare un impatto che sarebbe potuto essere significativo. Penso ad esempio al tema del fine vita dove grazie ad un’azione coordinata anche con altre associazioni si è riusciti ad avere una decisione della Corte costituzionale che non è stata così dirompente come sembrava dopo l’ordinanza della stessa Consulta”. Parte da qui Alberto Gambino, ordinario di diritto privato e prorettore dell’Università Europea di Roma, appena riconfermato per il prossimo triennio alla guida dell’associazione Scienza & Vita. Stilando al Sir un sintetico bilancio dei suoi primi tre anni di presidenza, Gambino sottolinea come sul fine vita sia stata raggiunta l’anno scorso, grazie alla cabina di regia di Scienza & Vita, “l’unificazione del mondo associazionistico, anche di quell’associazionismo che si rifà ai valori del cattolicesimo pur non essendo legato ufficialmente alla Cei. Oltre 50, infatti, le sigle che l’11 settembre 2019 hanno partecipato all’incontro di riflessione su eutanasia e suicidio assistito promosso dal Tavolo famiglia e vita istituito presso la Cei di cui fa parte anche Scienza&Vita.
“L’impegno portato avanti in questi tre anni, e che continueremo a sviluppare – spiega il presidente – è il far prevalere sempre il dato antropologico sul dato degli schieramenti politici perché la nostra forza, soprattutto nell’unità, consiste nel mettere al cuore dei problemi un’antropologia fondata sulla dignità della persona umana, e questo non ha colore politico.
Sappiamo che vi sono forze più orientate sui temi sociali e meno sensibili a quegli antropologici e viceversa, ma ogni nostro interlocutore deve poter vedere Scienza & Vita come una realtà – il cui asse portante è costituito da autorevoli docenti, scienziati e studiosi – che mette
al centro l’assoluto rispetto della dignità della persona”.
Ai temi di vita nascente, fecondazione assistita e fine vita, prosegue, “abbiamo aggiunto le fragilità adolescenziali: dipendenze, bullismo-cyberbullismo, gioco d’azzardo. Filo conduttore la dignità, ma con lo sguardo ampliato a 360° per declinarla lungo tutto l’arco della vita: dalla formazione dell’embrione fino alla morte naturale, in tutti i suoi passaggi intermedi”.
Centrale anche il tema della genetica, “perché la manipolazione dell’essere umano, soprattutto quando comporta dispersione di embrioni, è aberrante”, e se “la scienza ha un meraviglioso potenziale, essa incontra però dei limiti fondamentali nel rispetto della dignità della persona che non può mai essere usata strumentalmente”.
Altri temi “scottati” che continuano ad essere oggetto di attenzione la surrogazione di maternità e l’omotransfobia.
“Cerchiamo alleanze anche con aree non totalmente omogenee al nostro pensiero – afferma ancora Gambino –. Ci siamo accorti che su alcuni temi si possono fare battaglie comuni con realtà che pur non avendo su tutto le nostre posizioni, in determinati ambiti possono diventare buoni alleati”. Come in materia di maternità surrogata o di omotransfobia. Su quest’ultimo punto, ad esempio, non mancano voci critiche di autorevoli esponenti del femminismo, firme di importanti quotidiani nazionali, commentatrici preoccupate che a fare le spese della sostituzione della nozione di sesso con quella di identità di genere siano solo le donne. “C’è chi ritiene – spiega infatti il giurista – che le donne potrebbero finire sacrificate proprio dal ddl Zan, che abolendo il maschile il femminile, annientando dunque le differenze, le renderebbe ancora più vulnerabili di fronte al prevalere dell’uomo, pur nelle sue metamorfosi psicologiche e culturali”. Ma non si tratta di fare un gran calderone, assicura:
“Possono essere alleanze importanti, ovviamente nella consapevolezza ognuno della propria identità e senza cedimenti, avendo ben chiari i punti condivisi e quelli su cui le rispettive posizioni rimangono distanti”.
Quale il programma di lavoro per il nuovo triennio? “Vorremmo essere noi a dettare l’agenda dei prossimi anni. Anziché essere travolti da notizie di nuovi esprimenti, chimere, nuove tecnologie, vogliamo provare a ripartire dai fondamentali. Per questo,
Scienza & Vita diventerà sempre più un luogo di formazione ad alto livello.
Accanto al lavoro scientifico, di riflessione e approfondimento, sviluppato attraverso i convegni, abbiamo deciso di aprire l’ambito della formazione, naturalmente non profit”. Corsi a titolo gratuito per insegnanti, medici, giovani studiosi, “perché c’è molta informazione tecnica ma poca informazione fondata sull’etica. Scienza, ricerca e tecnologia non possono essere sganciate dall’etica”. Per questo nel nuovo Consiglio nazionale hanno fatto ingresso anche alcuni esperti in formazione. “Ci siamo rafforzati anche dal punto di vista della progettazione per essere ancora più concreti – conclude il presidente -. La cifra che potrebbe connotare i prossimi tre anni sarà dunque
una maggiore concretezza nell’orizzonte valoriale di sempre e in armonia con i nostri pastori
che delineano le coordinate lasciando poi che i laici svolgano il loro compito in un’ottica di corresponsabilità e nello spirito della Chiesa in uscita di Papa Francesco”.