San Giuseppe. I Padri Giuseppini del Murialdo a servizio dei giovani, presenti in Diocesi da oltre 100 anni
Una presenza di oltre 100 anni quella dei Giuseppini del Murialdo nella diocesi di Padova. L'anno dedicato a San Giuseppe per i Murialdini significa mettere in luce diversi aspetti di Giuseppe che sono propri del loro carisma: l’uomo in ombra, il padre lavoratore, ma anche il padre nella tenerezza, l’umiltà e la carità, il silenzio, il non apparire. La comunità presente nella parrocchia di san Pio X a Padova organizza una messa per il 19 alle ore 19. A Thiene invece, dove sono ugualmente presenti e gestiscono il patronato san Gaetano, tutto è sospeso.
«Ci benedica il Signore e ci benedica il caro e venerato san Giuseppe nel quale, dopo Dio e Maria, mettiamo ogni nostra speranza»: così pregava san Leonardo Murialdo, padre fondatore della congregazione dei Giuseppini, presenti in Diocesi di Padova da oltre cento anni. Attualmente guidano la parrocchia di San Pio X e la comunità del Sacro Cuore per l’animazione missionaria a Padova e il Patronato San Gaetano a Thiene con le scuole paritarie primaria e secondaria di primo grado, la scuola di formazione professionale Engim Veneto, il gruppo scout e la polisportiva Fulgor.
La congregazione nasce in un collegio di Torino, l’Artigianelli, che aveva una speciale attenzione per i giovani operai. Il legame con san Giuseppe, lavoratore e padre, è quindi quasi ovvio, più difficile, invece, in tempi di pandemia poter programmare degli eventi per celebrarlo. La parrocchia di San Pio X celebra una messa venerdì 19 alle 19 con particolare attenzione alla figura del papà. A Thiene invece non ci sono programmi definiti: la consueta marcia competitiva per i ragazzi delle scuole medie e il pranzo con insegnanti e personale della scuola sono sospesi.
«La lettera del papa Patris corde è una “bomba” per noi Giuseppini – afferma don Giovanni Vanzo, direttore a Thiene – Mette in luce diversi aspetti di Giuseppe che ci appartengono: l’uomo in ombra, il padre lavoratore, ma anche il padre nella tenerezza, atteggiamento che fino a poco tempo fa sembrava proibito, considerato un’esperienza di debolezza, invece è una dimensione molto importante». «Umiltà e carità, silenzio e non apparire: Giuseppe era una presenza che non faceva rumore – aggiunge don Pietro Comparin, parroco di San Pio X in Padova – Parlava con lo stile del suo approccio educativo, com’è anche il nostro specifico».
L’impostazione del servizio offerto dai Murialdini è fatta, fin da subito, da un mix di scuola, catechesi, associazioni formative, attività ricreative e sportive. «Nel patronato – racconta don Comparin – ragazzi e giovani potevano ritrovarsi tutto il tempo in cui le porte erano aperte: un pallone, una sala giochi, il bar, il cortile, il teatro e poi il cinema, i campi sportivi e altro ancora. Ma questo era, per tanti, anche il luogo della scuola, degli allenamenti e degli incontri sportivi, del ritrovarsi al sabato o alla domenica». A Padova c’erano il patronato del Santo e l’istituto Camerini Rossi, per anni un polo educativo per tanti ragazzi bisognosi che hanno potuto frequentare la scuola media e l’avviamento professionale. Oggi c’è l’Associazione Murialdo che accoglie giovani in difficoltà.
«San Leonardo Murialdo diceva che a bisogni nuovi occorrono risposte nuove – continua padre Comparin – così nel tempo ci siamo dovuti rinnovare: negli anni Novanta, ad esempio, su richiesta del vescovo Mattiazzo la parrocchia padovana ha accolto la comunità cristiana nigeriana, per le celebrazioni e le iniziative aggregative. Nel 2003 invece è nata la comunità Sacro Cuore di via Ognissanti, impegnata nell’animazione missionaria di tutta la provincia italiana dei Giuseppini». A Thiene invece c’è il Sanga-Bar, il bistrot dell’inclusione in cui caffè, torte e biscotti sono preparati e serviti dai ragazzi con disabilità cognitive inseriti nel progetto “Abilmente: un ponte tra scuola e lavoro per la disabilità” di Engim Thiene.
Il patronato, la parrocchia, la scuola, per i Giuseppini sono luoghi in cui stabilire dei contatti personali dove nessuno è un anonimo ragazzo. «Crediamo proprio che il segreto stia qui e lo sforzo di questi ultimi anni ha puntato soprattutto in questa direzione – conclude il parroco di San Pio X – come capirsi e come capire i giovani, come fare sì che le varie realtà educative interagiscano per condividere le finalità e i valori da proporre».
19 marzo
In occasione della solennità di san Giuseppe – nell’anno speciale che papa Francesco gli ha dedicato – raccontiamo alcune realtà presenti in Diocesi a lui intitolate. Le parrocchie sono Fosse di Enego, Monselice, Rocchette, Villa del Conte, Zovon e San Giuseppe in Padova. Ci sono anche vari oratori tra cui il santuario di San Giuseppe dei Comboniani, a Padova, e la cappella della Zip. Qui opera una piccola equipe formata a suore operaie e alcuni volontari, che a Natale e Pasqua fanno visita alle aziende. C’è, inoltre, un punto di ascolto per le persone che sono senza lavoro.