Recupero e sostenibilità: parole chiave del menù di “Opsa in Prato”
L’evento “Opsa in Prato” è un’occasione di riflessione, ma anche di convivialità: spesso, del resto, è proprio a tavola che ci si confronta e si ragiona meglio.
Per questo anche nel menù ogni dettaglio è stato progettato e curato per avere un senso e trasmettere un messaggio. In questo menù parte degli ingredienti è stata donata da chi ha scelto di partecipare al progetto “Opsa in Prato”, e da questi ingredienti Mazzucato Group e la Confraternita dei Bigoi al Torcio di Limena hanno preso ispirazione per decidere cosa proporre nel villaggio gastronomico, dall’area aperitivo all’area della ristorazione vera e propria. Una scelta sostenibile, che punta a cambiare il modo in cui ragioniamo sul cibo, dato che anche gli ingredienti “imperfetti”, come le verdure che presentano piccoli difetti estetici, hanno la stessa qualità e lo stesso gusto di quelle che ogni giorno affollano i reparti ortofrutta della grande distribuzione organizzata. Il menù parte dai tipici piatti della tradizione veneta e si sviluppa con alcune interessanti variazioni. Il piatto principale è l’abbinata: bigoli – ma ordinate pure chiedendo i bigoi – disponibili all’anitra, in salsa e con due varianti vegetariane, e frittura di pesce. Completano la scelta altri secondi piatti tipici veneti (seppie in tocio con polenta, baccalà alla vicentina) e un secondo veg (spiedino mozzarella e pomodoro), oltre ad antipasti di mare, contorni e, naturalmente, il dessert. Il recupero e la sostenibilità sono concetti chiave, che in “Opsa in Prato” troveranno un approfondimento a livello di intrattenimento, interviste, condivisioni, ovviamente anche a tavola. Qui, una domanda riguarda tutti: come possiamo minimizzare lo scarto e ottimizzare le nostre risorse? La risposta è semplice: da un lato, privilegiamo quegli ingredienti “imperfetti” e a scadenza ravvicinata per salvarli dallo spreco; dall’altro, usiamo la creatività per abbinarli in modi tradizionali e innovativi, alla ricerca di un gusto che sia più consapevole, completo e sostenibile non solo per chi mangia, ma anche per chi produce e fa parte della filiera.