Pranzi domenicali, nelle comunità c'è fame di condivisione
L'attesa. Le 32 comunità che si turnano ogni domenica per accogliere gli ospiti delle Cucine popolari sperano di porte riprendere al più presto
La speranza è che dopo l’estate tutto possa tornare come prima. Ritrovarsi insieme la domenica a pranzo, gambe sotto al tavolo, per condividere cibo e compagnia. Nel frattempo, i volontari dei pranzi di solidarietà, esperienza che vede coinvolte 32 parrocchie padovane, a turno, ogni domenica, per affiancare il servizio che le Cucine economiche popolari prestano durante la settimana, continuano a operare distribuendo i sacchetti del pranzo.
«Tutto ebbe inizio 26 anni fa con un’intuizione di suor Lia Gianesello, allora direttrice delle Cucine – racconta Stefano Talamini di Santissima Trinità – L’idea era quella di portare gli ospiti delle Cucine nelle comunità e nelle chiese di Padova. Si partì con quattro parrocchie fino ad arrivare, appena prima del lockdown, a ben 32 parrocchie che si danno il turno». I pranzi della solidarietà prevedevano una fase di accoglienza, quella del pranzo e soprattutto del tempo disteso per ascoltare: «Era cruciale poter sentire dalle parole degli ospiti le loro storie, i loro drammi, le loro lacerazioni individuali in un momento di convivialità molto sereno. Purtroppo con il Covid non è stato più possibile».
Con l’arrivo del lockdown tutto si è interrotto: «Ci siamo fermati. Noi volontari, però, a turno, ci siamo dati appuntamento alle Cucine economiche popolari, che nei mesi di marzo, aprile e maggio sono rimaste aperte anche la domenica per distribuire i cestini del pranzo e della cena, sempre nel rispetto delle distanze e delle normative di sicurezza». Con l’arrivo della tanto agognata fase 2 le parrocchie hanno ripreso il loro servizio domenicale. Ma c’è un ma: «Purtroppo non abbiamo ancora potuto riprendere i pranzi della solidarietà, ma ci limitiamo a consegnare i cestini. Questo ci rammarica molto, perché le abitudini che avevamo ormai instaurato, con queste persone, erano ben diverse».
«In questo servizio – aggiunge Piero Cecchin di San Camillo – noi vediamo il cibo e il pranzo come un metodo per avvicinare queste persone ai margini della società e della considerazione generale. Siamo abituati, nel pranzo della domenica e dei giorni di festa, a ritrovare la famiglia, a stare insieme. Per questo era così importante sederci insieme a queste persone, per salutarle, per stare con loro. Anche se cerchiamo ancora di parlare con loro al momento della consegna dei cestini, il non poter pranzare insieme fa venir meno ciò che era la parte più importante del nostro servizio».
Si spera che con l’autunno tutto questo possa tornare, anche se gradualmente: «Dovremo ritrovare queste tradizioni con il tempo – osserva amaramente Talamini – in attesa di capire bene, data la situazione economica che vediamo nel Paese, quanti nuovi ospiti si presenteranno alle Cucine nei prossimi mesi». Già si manifestano le prime avvisaglie: «Le povertà, con il Covid, si sono acuite, ma ne sono venute fuori anche delle altre, dovute a chi, a causa del lockdown, si è trovato improvvisamente senza un reddito. In questi mesi, come Caritas, siamo intervenuti con aiuti economici, con borse spesa, con il pagamento di alcune bollette. Se da una parte alcune di queste situazioni sono state riassorbite, dall’altra ci preoccupano le nuove povertà».
Quello che serve, prima di tutto, anche attraverso momenti di scambio come i pranzi di solidarietà, è poter ascoltare: «Dobbiamo stare vicino a queste persone, farle sfogare, si sono verificati anche disagi psicologici molto importanti in mesi in cui tutti ci siamo sentiti più fragili. Mi domando, allora, come ripartire? Secondo me lo si fa soltanto con la solidarietà e con la forza delle reti tra istituzioni, Chiesa, servizi sociali».
«In questi 26 anni il nostro servizio è cambiato molto – conclude Cecchin – Anche adesso dobbiamo metterci in gioco, lavorando sui volontari, sulla loro motivazione e anche sulle capacità di ascolto e di mediazione. Se una volta bastava mettersi in cucina a buttare la pasta, oggi serve qualcosa di più. E per questo dobbiamo lavorare su noi stessi».
Su Facebook l'intervista integrale ai volontari
La videointervista integrale a Stefano Talamini di Santissima Trinità e a Piero Cecchin di San Camillo sui pranzi di solidarietà nelle parrocchie padovane ai tempi del Coronavirus è stata pubblicata giovedì 6 agosto sulla pagina Facebook di Caritas Padova. È possibile riascoltarla in ogni momento collegandosi a www.facebook.com/caritas.padova e selezionare “Video”.