Ponte San Nicolò. Il mercatino Portobello guarda al Burundi sabato 6 e domenica 7 aprile
A Ponte San Nicolò il mercatino Portobello, reso celebre negli anni dalla Caritas interparrocchiale, è ormai una piccola tradizione.
Momento di scambio e di incontro, ma anche straordinaria opportunità per chi è a caccia dei tesori nascosti tra le bancarelle dell’usato. Sabato 6 e domenica 7 aprile, dalle 9 alle 19 (anche in caso di pioggia), la tradizione ritorna nella parrocchia di San Nicola, nel capoluogo, con alcuni elementi di novità. In primis i protagonisti: capofila dell’iniziativa, infatti, sono una trentina di ragazzi e di giovani dell’Azione cattolica parrocchiale, che si sono messi alla prova grazie alla guida e all’esperienza dei volontari adulti della Caritas. Poi, altro fattore di novità, riguarda l’origine di molti degli oggetti in vendita. Se il volantino promette, anche quest’anno, “vetri, porcellane, libri, giocattoli, quadri, mobili di antiquariato, piccoli elettrodomestici, tappeti, capi vintage, accessori moda e tanto altro ancora”, una buona percentuale di ciò che è a disposizione arriva dall’eredità di una parrocchiana di San Nicola, mancata due anni fa, seguita a lungo dalla Caritas per quella che oggi definiamo “povertà relazionale”. «Molto di quello che aveva – raccontano i volontari della Caritas locale – lo ha lasciato in beneficenza, e anche ciò che aveva in casa. Con l’accordo degli eredi abbiamo organizzato il mercatino». «A lei – aggiunge una volontaria – tutto questo sarebbe molto piaciuto, anzi, le piacerà, perché lo vedrà dall’alto. Anche se non aveva capacità di spostamento, infatti, ogni volta partecipava attivamente ai nostri mercatini telefonandoci e ricevendo i nostri aggiornamenti». Infine, l’elemento più importante del mercatino è la sua finalità. I ragazzi dell’Azione cattolica di San Nicola, infatti, hanno scelto di collaborare con le suore impegnate nella pastorale della parrocchia di Ponte San Nicolò, originarie del Burundi e appartenenti alla Famiglia missionaria della Redenzione. Lo scopo è quello di costruire, in una scuola dell’infanzia della Diocesi burundese di Rutana, in Burundi, un’aula per poter costituire una classe di prima elementare. Una scelta fondamentale per consentire ai bambini la prosecuzione degli studi, poiché l’attuale scuola elementare, infatti, si trova a grande distanza e sono pochi i bambini in grado di percorrerla per proseguire la propria istruzione. La scelta di un progetto ben definito, e l’amicizia con le religiose, ha ancora di più animato i giovani a spendersi per questa iniziativa.
Andrea Canton