Pellegrini russi in preghiera per il Papa e la pace

“Siamo un gruppo di 85 persone. Dovevamo partecipare ad un’udienza con il Papa, programmata un anno e mezzo fa, ma Francesco si è ammalato e così siamo venuti a pregare per lui qui al Gemelli”. È Elizaveta a presentare il pellegrinaggio giubilare a Roma organizzato dall’arcidiocesi di Mosca. Con il marito Andrei (25 anni) è tra i giovani partecipanti. Il gruppo è arrivato a Roma il 10 marzo, dopo lunghi viaggi e voli da diverse parti della Russia, tra cui Mosca e San Pietroburgo

Pellegrini russi in preghiera per il Papa e la pace

Erano circa una quarantina i pellegrini cattolici russi che ieri sono partiti nel tardo pomeriggio, dalla stazione Metro Cornelia, sulla via Aurelia a Roma, per raggiungere a piedi il Policlinico Gemelli. Lungo il cammino la recita del rosario per la guarigione del Papa e per la pace. A guidarli l’arcivescovo di Mosca, mons. Paolo Pezzi. “Siamo un gruppo di 85 persone giunte a Roma per il Giubileo”, racconta in inglese Elizaveta che, insieme al marito Andrei, è tra i giovani partecipanti al pellegrinaggio organizzato dall’arcidiocesi moscovita della Madre di Dio

“Dovevamo partecipare ad un’udienza del Papa, un viaggio  programmato almeno un anno e mezzo fa. Francesco però si è ammalato e così abbiamo deciso di venire e di pregare per lui qui al Gemelli”.

Nel gruppo, che cammina veloce e composto lungo gli stretti marciapiedi delle trafficate strade romane, ci sono diversi giovani, anche se qualche capello bianco non manca. Gli altri, coloro che hanno scelto di non partecipare, probabilmente stanchi del viaggio, hanno comunque assicurato la loro preghiera e la loro vicinanza spirituale.

“Le notizie sulla malattia del Papa hanno raggiunto anche la nostra città – spiega mons. Pezzi –, non avendo quindi la possibilità di trovarci con il Santo Padre abbiamo preso la decisione di venire in pellegrinaggio al Gemelli, dove il Santo Padre si trova da tempo per esprimergli, in questo modo, il nostro affetto. La risposta dei fedeli russi non solo cattolici è stata molto generosa – prosegue l’arcivescovo –, ho ricevuto infatti numerosissime dimostrazioni di affetto nei confronti del Santo Padre e tante segnalazioni di iniziative di preghiera per lui”.

“Il nostro percorso giubilare – raccontano ancora Elizaveta e Andrei – è iniziato con il passaggio della Porta Santa. Subito dopo il vescovo Pezzi ha guidato la preghiera sulla tomba di San Pietro e poi ci ha aiutato a riflettere con una catechesi. In serata poi abbiamo quindi celebrato la messa nella chiesa di Nostra Signora di Guadalupe sulla via Aurelia”.

Nel gruppo che cammina verso l’ospedale ci sono anche un paio di religiose e alcuni sacerdoti, tra cui don Sergei Zuev, parroco di Vladimir, città della Russia europea centrale, situata 190 km a nordest di Mosca che conta oltre 500mila abitanti. La sua parrocchia copre un territorio molto vasto, “ma i cattolici – dice – sono circa 100”. Parla solo russo e cammina chiacchierando con Artem Rusakov, avvocato di Mosca che lavora negli uffici governativi, già stato in Italia diverse volte ma questa volta più “contento di esserci e di partecipare a questo pellegrinaggio”.

“In realtà – spiega mons Nikolaj Dubinin, vescovo ausiliare della Madre di Dio a Mosca – i cattolici presenti sul territorio di Vladimir sarebbero molti di più, circa 5.000. Il problema è che per diverse ragioni, in particolare per le enormi distanze, non tutti riescono a frequentare e don Sergei conosce quelli che frequentano più assiduamente”.

Monsignor Dubinin, francescano, che partecipa al pellegrinaggio è stato il primo vescovo cattolico di nazionalità russa nominato da quando le istituzioni ecclesiastiche sono state ristabilite dopo il crollo del comunismo. Ordinato ad ottobre 2020, oltre che ausiliare dell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca che comprende le città di Mosca e San Pietroburgo (separate da 700 chilometri), presiede diverse altre importanti città come Pskov, Kursk, Vladimir e Nizhny Novgorod, tutte molto distanti tra loro e nelle quali i cattolici sono circa 350.000.

Un pellegrinaggio, quello verso il Policlinico Gemelli, comunque nel segno della speranza, nato all’interno del pellegrinaggio ufficiale che durerà una settimana. Il gruppo è giunto a Roma il 10 marzo scorso, dopo lunghi viaggi e voli da diverse parti della Russia, tra cui Mosca e San Pietroburgo.

Solange Baraldi

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Fonte: Sir