Non c’è solo la scienza. In tempo di angoscia mantenere l’apertura sul mistero rimanda alla vita dopo la Risurrezione

«La speranza è sempre andare oltre, è sempre rubricata in ciò che oggi ci appare impossibile, senza forma. Perché la speranza è ciò che da respiro alla libertà». Così Johnny Dotti su Vita.it, in una meditazione su cosa significa sperare oggi scritta per la Pasqua. Il silenzio e l’immobilità di allora può tornare a Natale.

Non c’è solo la scienza. In tempo di angoscia mantenere l’apertura sul mistero rimanda alla vita dopo la Risurrezione

I progressi della scienza, di cui siamo contenti, non potranno mai esaurire la dimensione del Mistero in cui siamo immersi. È bene ricordarlo in questi tempi di angoscia.

Si dice continuamente «speriamo...», ma si tratta di vedere cosa si intende per speranza. Mentre l’ottimismo si illude di orientare il futuro lungo il sentiero delle aspirazioni, la speranza sa riconoscere la dimensione del mistero, che dischiude dinanzi a noi un futuro non mai prevedibile né programmabile. Scriveva Dietrich Bonhoeffer, durante la sua prigionia: «Vivere partendo dalla Resurrezione, questo significa Pasqua». Un invito audace a partire dalla fine, che poi è il fine. Se hai una meta di bellezza, puoi affrontare il cammino anche quando si fa più impervio.

Non si tratta di fuggire da quello che stiamo vivendo, quanto di andare verso la nostra destinazione, perché attirati da un valore supremo, che ci aiuta a relativizzare tutto ciò che ci troviamo a vivere, nel senso di metterlo in relazione a Dio. Continuando a esercitare le buone pratiche sanitarie, cosa altro possiamo fare, in questo tempo, nel raccoglimento del nostro cuore, se non confrontarci con la nostra impotenza, fragilità, col limite della nostra umanità? La speranza spera anche a proposito dell’incompiutezza del passato e dell’impotenza del presente, spera in un compimento altro, che non necessariamente corrisponde ai traguardi della scienza, non necessariamente risponde alle nostre aspettative e alle nostre tempistiche.

La speranza stessa è un dono misterioso, capace di guardare avanti e illuminare a ritroso il nostro cammino, di trasformare le narrazioni che facciamo sulla nostra vita, di trasfigurare le nostre memorie e sofferenze, di attribuire un senso diverso al nostro cammino. Papa Francesco ha usato una bella immagine: per i primi cristiani la speranza era una sorta di «ancora» lanciata nelle rive dell’aldilà. Sperare non significa non vedere ma significa vedere oltre. Si tratta di uno sguardo più lungimirante, sospinto dal nostro desiderio di bene, cui viene incontro una promessa divina.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)