Non buttiamo via tutto. Sui giornali un confronto tra diversi saperi sul dopo pandemia
Il confronto tra diversi saperi, aperto anche sui giornali, è una lezione che può orientare alla fiducia una stagione che è ancora incerta, carica di interrogativi e trepidazioni.
“La digitalizzazione è sicuramente importante ma non è una bacchetta magica”: così risponde in un’intervista la vicepresidente di Confindustria, Barbara Beltrame, e sullo stesso giornale del 27 giugno Corrado Augias scrive, presentando un suo nuovo libro: “Ogni taglio netto con il passato, la memoria, le esperienze, i fallimenti, la storia, rappresenta sempre un pericolo”.
Alle due riflessioni sintetizzate in altrettanti titoli si aggiunge quella del filosofo Bernard-Henry Lévy che mette in guardia da “una pretesa saggezza ritrovata” mentre un cronista scrive che “Milano è costretta a un bagno di umiltà” perché è passata “dalla frenesia del ‘lavurà’ alla vita slow”.
Non sono così lontani tra loro i pensieri di un’imprenditrice, di un giornalista-scrittore, di un cronista e di un filosofo sulla partita in corso dopo la fase acuta della pandemia.
Ai bordi dei terreni del gioco della vita sono a titoli cubitali alcune frasi diventate slogan benigni nel tempo del contagio: “Tutto andrà bene”, “Saremo migliori”, “Nessuno e nulla sarà come prima”. Titoli che oggi inducono a un discernimento tra affermazioni emotive di ieri e parole pensate e vissute di oggi.
Sono donne e uomini rappresentativi di mondi diversi, ma non separati, che avvertono la necessità di parlarsi, di ascoltarsi, di confrontarsi perché è in gioco il distendersi o il ripiegarsi del presente rispetto al futuro dell’uomo.
Il confronto tra diversi saperi, aperto anche sui giornali, è una lezione che può orientare alla fiducia una stagione che è ancora incerta, carica di interrogativi e trepidazioni.
Dire ad esempio che l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale sono irrinunciabili ma non bastano per vivere l’oggi e costruire il domani diventa un monito a chi si ostina a separare il pensiero dall’azione come se il pensare potesse essere senza l’agire e viceversa. La conferma che non c’è un prima e un dopo ma c’è un procedere contemporaneo di entrambi, viene da un confronto tra onestà intellettuali.
Viene da un non cattolico, come si definisce Corrado Augias, quando scrive “Cari ragazzi, fate la vostra rivoluzione ma non buttate via tutto (Dio compreso)”; viene da Barbara Beltrame vicepresidente di Confindustria quando dice che alcune produzioni “dovranno tornare a essere fatte di persona altre potrebbero continuare in digitale”; viene quando il cronista commenta che a Milano “c’è bisogno di imprimere una svolta a misura d’uomo”, viene dal filosofo Bernard – Henry Lévy che conclude con: “il virus è morte: non ci ha resi più saggi”.