Movimento studenti di Azione cattolica. Allenare alla conoscenza di sé
Movimento studenti di Azione cattolica. «Ci aspettiamo che la scuola di accompagni a scegliere la strada per diventare grandi. Ma non solo consegnandoci competenze»
«Chi vuoi essere da grande?». Fin da bambini ci viene posta questa domanda e le risposte che ci diamo, che siano più o meno concludenti, sono entusiasmanti perché guardano al futuro e ci fanno sognare. Crescendo, questi sogni potrebbero realizzarsi e diventare realtà, ma c’è un altro ostacolo da superare: la scelta. Scegliere fa paura perché è esclusivo, non permette di stare nel mezzo o di scendere a compromessi. Perciò quando si sceglie si vuole essere sicuri e senza incertezze; infatti, anche se dopo una scelta si può spesso ritornare sui propri passi, accorgersi di aver sbagliato e tornare indietro è faticoso e doloroso.
Forse la prima scelta importante che molti giovani si trovano ad affrontare è decidere cosa fare dopo la scuola superiore, che spesso si riconduce a scegliere a quale facoltà universitaria iscriversi. Perciò, data la difficoltà della scelta, ognuno di noi studenti vorrebbe che gli anni passati tra i banchi di scuola fossero determinanti per poter comprendere ciò che più piace fare e chi si vorrebbe essere, e ci si aspetta che la scuola accompagni in questa decisione. Molte scuole propongono dei progetti di orientamento. Queste iniziative sono molto utili, soprattutto per poter avere una visione più oggettiva dell’ambiente universitario e di quello lavorativo.
Tuttavia il solo percorso scolastico e la partecipazione a queste iniziative non permettono a molti di noi studenti di comprendere quale strada potremmo intraprendere per poter realizzare noi stessi, poiché il più delle volte il percorso di studi è incentrato solo sull’apprendere sempre più nozioni, lasciando da parte la conoscenza di sé, dei propri limiti e delle proprie potenzialità. Perciò crediamo sia di grande importanza allenare gli studenti non solo ad apprendere più conoscenze e più competenze possibili, ma anche, attraverso attività di riflessione e confronto, alla conoscenza di sé, per creare così una scuola non solo di nozioni, ma di vita.
Marta Chitarin
Tweetagain di Giacomo Bevilacqua
Scoprire le nostre inclinazioni In una società disorientata e felicemente confusa come la nostra, per eccesso di opinioni, opzioni, opportunità, scegliere la scuola resta un problema. Occorre capire cosa ci piace, ci motiva e per cui siamo disposti a impegnarci. La sola retorica del “segui il tuo sogno”, se non educata, rischia di produrre illusioni, frustrazioni e potenziali aspiranti al reddito di cittadinanza. Bisogna scoprire le nostre inclinazioni e potenzialità, ma ci sono anche altre considerazioni da fare. In ordine a una formazione culturale adeguata, ad esempio, o a un possibile ingresso nel mondo del lavoro. Una qualunque scelta, poi, comporterà stoica fatica, dedizione, studio. Bisogna farselo piacere, perché poi si riesce meglio e allora piace da sé. Molti di quanti non hanno amato la scuola e faticare sui libri, è perché (colpa loro o dei prof altro discorso) non l’hanno mai fatto per bene, limitandosi a sopportare e ad astenersi, senza passione per una materia qualsiasi. Brutta sequela dello stoicismo, l’apatia. Lo stesso varrà poi per il lavoro. Si cercherà un lavoro che piaccia, memori però di un’ultima massima: «Se non puoi avere quello che ami, ama quello che hai».