Mons. Giovanni Nervo. Un fumetto per raccontare il fondatore della Caritas italiana

Mons. Giovanni Nervo. L'editrice padovana BeccoGiallo ha dato alle stampe, in collaborazione con il Csv, il volume del giovane Giacomo Taddeo Traini

Mons. Giovanni Nervo. Un fumetto per raccontare il fondatore della Caritas italiana

Tutto forse avrebbe immaginato, tranne che di diventare un personaggio dei fumetti: invece anche questo è successo al vulcanico padre della Caritas italiana, tra i protagonisti nel dopoguerra non solo della Chiesa italiana, ma anche della vita civile del Paese.

A sette anni dalla morte, Giovanni Nervo. Carità e giustizia – il volume da poco pubblicato da BeccoGiallo (112 pagine, 16,50 euro) e realizzato in collaborazione con il Centro servizio volontariato nell’ambito di Padova capitale europea 2020 – riesce a ripercorrere in poche decine di pagine una vita densa come poche: dalla partecipazione alla Resistenza all’impegno per la formazione e l’educazione, il volontariato e la solidarietà. Potenza dei fumetti e del loro linguaggio trasversale adatto a grandi e piccini, ma anche del giovane autore Giacomo Taddeo Traini, che ad appena 25 anni trasmette in pochi tratti la forza e l’umiltà di un personaggio tra i più notevoli che Padova ha saputo esprimere negli ultimi anni. Del resto, oltre che con i poveri, don Nervo ha sempre avuto un’intesa particolare con i giovani: «Se fosse stato un altro tipo di uomo di Chiesa, un don Abbondio, non avrei mai accettato di realizzare questo fumetto – spiega l’autore del libro, diplomato alla Scuola internazionale di comics e con diverse pubblicazioni all’attivo – Ma approfondendo la sua figura ho scoperto che quest’uomo ha lasciato un’impronta profonda nella società civile, un’impronta che riguarda tutti. Che riguarda anche me».

Il racconto inizia su un treno: quello che nel 1919 porta un bambino appena nato dal Lodigiano, dove la famiglia era sfollata a causa della guerra, a Solagna, città d’origine dei genitori. Don Giovanni amava ricordare quella nascita “da profugo”. Due pagine dopo la storia ci porta nel 1945, con un altro treno che stavolta porta un giovane don Nervo a Padova. Sulle montagne ha incontrato partigiani e giovani sfuggiti all’arruolamento, facendo la spola per portare ordini e informazioni. È rischioso, lui lo sa, ma intanto ha trasformato il collegio vescovile Barbarigo – dove risiede e insegna – in una stamperia clandestina e un centro della Resistenza a Padova.

Successivamente il filo narrativo ci guida nella vita e nelle opere del protagonista: dall’interesse per il mondo del lavoro, con l’apostolato nelle Acli e nell’Onarmo (Opera nazionale di assistenza religiosa e morale degli operai) e la creazione nel 1951 della Scuola superiore di servizio sociale di Padova e nel 1964 della Fondazione Emanuela Zancan, centro studi, ricerca, formazione e sperimentazione sui temi della sanità, del welfare e dell’educazione, della quale è prima presidente e dal 1996 presidente onorario.

Nel 1971, su incarico della Conferenza episcopale italiana, costituisce la Caritas italiana: frutto del Concilio Vaticano II e incarnazione della scelta preferenziale della Chiesa per i poveri. Di essa Nervo sarà il primo presidente e in seguito vicepresidente fino al 1986, battendosi per portare la riforma in ogni diocesi e affrontando in prima linea emergenze come il terremoto in Friuli (1976) e quello dell’Irpinia (1980), mentre sul piano internazionale risalta l’impegno per i profughi vietnamiti a fine anni Settanta.

Ma l’azione di don Giovanni Nervo ha segnato tantissimi altri campi, come quelli del servizio civile, del volontariato e dell’immigrazione: in tutti ancora oggi è ben visibile la sua traccia. Una figura affascinante e scomoda, a volte per la stessa Chiesa: «Ha rischiato la vita per aiutare i giovani ad amare la libertà durante la guerra – scrive nella prefazione Tiziano Vecchiato, presidente della Fondazione Zancan – Ha gestito tanta ricchezza per aiutare i poveri, senza tenere niente per sé. Ha resistito alle tentazioni del potere e del prestigio. Ha dialogato con i potenti senza diventare come loro. Ha proposto agli amici di diventare amici di tutti per costruire un mondo più giusto. È stato umiliato mentre difendeva gli umili. Ha preferito la ricchezza dei poveri: per lui era la cosa più bella e preziosa».

Fumetti e impegno per BeccoGiallo

Nata nel 2005, la casa editrice ha sede e libreria a Padova (in via Rolando da Piazzola 9) ed è specializzata nella produzione e nella pubblicazione di libri a fumetti, in particolare biografie, fiction e inchieste di graphic journalism. Coerentemente con il nome – ispirato a quello di un foglio satirico antifascista – fin dalla fondazione la casa editrice padovana si dedica a temi di forte impegno civile e sociale. Info e catalogo: www.beccogiallo.it

Antonio Papisca, biografia a fumetti

L'editrice BeccoGiallo propone, sempre insieme al Csv, anche un'altra opera dedicata a un padovano "di peso": Antonio Papisca. Mattia Ferri e Tommaso Calzavara hanno realizzato una biografia a fumetti di questo "operatore di pace".

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)