Migranti Sicilia, “la vera emergenza è data da morti in mare e dai danni dei decreti sicurezza”
Centro Astalli Palermo e Centro Astalli Catania esprimono “seria preoccupazione” per la situazione dei migranti sull’isola. E affermano: “Oggi in Sicilia vediamo i danni provocati dal non aver investito in protezione, accoglienza e integrazione”
Il Centro Astalli Palermo e il Centro Astalli Catania, da molti anni in prima linea nella cura e nell’accoglienza della popolazione migrante in Sicilia, esprimono in una nota “seria preoccupazione per la situazione dei migranti arrivati di recente sull’isola e per l’accoglienza loro riservata”.
“In particolare ci pare necessario ribadire che la vera emergenza è data dalle persone che muoiono nel Mediterraneo e dalle cause che li spingono a fuggire dai loro Paesi vessati da guerre, crisi umanitarie e gravi ingiustizie sociali – affermano -. Ogni giorno nei nostri servizi ne raccogliamo le testimonianze e cerchiamo di accompagnarli nei loro non facili percorsi legali e sanitari”.
Per il Centro Astalli, “gli arrivi via mare registrati dal ministero dell’Interno ci parlano di 17.264 persone arrivate dall’inizio dell’anno al 21 agosto 2020, 2.200 persone in meno rispetto allo stesso periodo, nel 2018. Alla luce di questi dati chiediamo alle istituzioni di evitare toni allarmistici che alimentano paure e di proporre, invece, soluzioni progettuali che tutelino i diritti dei migranti e la salute pubblica”.
“In particolare, chiediamo alla regione Sicilia di attuare tempestivamente una collaborazione fattiva con gli enti di tutela presenti sul territorio perché si faccia il possibile per gestire gli arrivi e le presenze dei migranti nell’interesse e nella sicurezza di tutti, tenendo conto delle vulnerabilità di cui molti di loro sono portatori, essendo spesso vittime di tortura, violenze e violazioni gravi dei diritti umani ed essendoci tra di loro numerose donne e bambini”.
Centro Astalli Palermo e il Centro Astalli Catania che concludono: “Non ci troviamo di fronte ad un’emergenza inaspettata, piuttosto oggi paghiamo il prezzo altissimo degli effetti dei decreti sicurezza: le politiche migratorie, restrittive, di chiusura – se non addirittura discriminatorie – che hanno caratterizzato l’ultimo anno, acuiscono precarietà di vita, esclusione e irregolarità, rendendo l’intera società più vulnerabile. Oggi in Sicilia vediamo i danni provocati dal non aver investito in protezione, accoglienza e integrazione dei migranti”.