Migliorerà il futuro? Se con l’innovazione ci sarà “una ragione più grande”
È sufficienti essere “ottimisti razionali” cioè convinti che basterà la forza della scienza e della tecnologia per costruire un mondo migliore?
Il 29 e 30 settembre a Torino si è tenuta la Italian Tech Week 2022 (Settimana della Tecnologia Italiana) dal titolo “Il futuro migliora”. Per dire che un domani migliore è possibile si sono mossi da tutto il mondo innovatori, inventori, scienziati, imprenditori, sognatori. Parola chiave della manifestazione è stata l’innovazione.
I racconti delle esperienze e le visioni di tanti ricercatori e pionieri sono affascinanti e testimoniano la grandezza della mente umana.
Uno sprazzo di ottimismo in un cielo reso cupo da guerre, cambiamenti climatici, diseguaglianze, profezie di sventura?
Dobbiamo “convincerci che un mondo migliore è possibile perché ci sono donne e uomini che ogni giorno lo stanno costruendo” scrive Riccardo Luna presentando la due giorni torinese.
La questione, aggiunge Luna, non è tra ottimisti e pessimisti ma “è valorizzare le cose buone che il progresso scientifico e tecnologico portano ogni giorno non per dimenticarci dei problemi ma per ricordarci che i problemi possono essere risolti”.
Di cose buone se è parlato con i fatti e c’è da restare ammirati e stupiti di fronte ai successi raggiunti e alle prospettive aperte.
Rimane però la parte grigia che minacciosa si contende il cielo con lo sprazzo di azzurro.
È sufficienti essere “ottimisti razionali” cioè convinti che basterà la forza della scienza e della tecnologia per costruire un mondo migliore?
La domanda non è per seminare dubbi ma per guardare il successo delle innovazioni e nello stesso tempo le povertà, le diseguaglianze, le disumanità.
C’è un’alleanza da mettere in campo tra gli ottimisti razionali e gli ottimisti che, altrettanto razionali, sono consapevoli che un futuro migliore chiede anche un altro sguardo.
Sono da ascoltare, come si legge in una locandina della Italian Tech Week, “le storie di donne e uomini che stanno davvero cambiando il mondo creando imprese di successo o semplicemente battendosi per un’idea rivoluzionaria” ma occorre scoprire quale posto occupino in queste storie i diritti umani e la dignità di ogni persona.
Non mancano segnali che consentono di scoprire tra gli “ottimisti razionali” uomini e donne che sperimentando l’innovazione tecnologica e scientifica avvertono in sé stessi un’altra innovazione. Un moto interiore che porta a riflettere sul senso della vita. Non a caso Tim Cook, numero uno di Apple, ricevendo il 29 settembre scorso a Napoli la laurea honoris causa in Innovation and International Management ha affermato che anche nell’innovazione “bisogna trovare una ragione più grande”.