Merkel a Strasburgo: “Non facciamo risorgere i nazionalismi”. Le ricette della cancelliera per il futuro dell’Ue
La leader tedesca ha discusso con gli eurodeputati sul futuro dell'integrazione. "Restiamo uniti per affrontare le sfide globali". Solidarietà e tolleranza gli elementi per proseguire il cammino. Tra le proposte futuribili un esercito comune, urgente invece farsi carico delle pressioni migratorie che sono un "problema europeo". Silenzio invece su Uem e unione bancaria
“Comprensione reciproca, tolleranza, attenzione ai bisogni altrui”: sono gli elementi che delineano il profilo della solidarietà, principio alla base dell’integrazione europea. Ha voluto ricordarli Angela Merkel nell’aula dell’Europarlamento partecipando, martedì 13 novembre, a un dibattito sul futuro dell’Ue durante la sessione plenaria a Strasburgo. La cancelliera tedesca ha definito l’Assemblea il cuore della democrazia Ue. Ha stigmatizzato gli egoismi nazionali, e ha affermato, dopo aver ricordato le celebrazioni per il centenario della fine della prima guerra mondiale: “i nazionalismi non devono avere più possibilità di risorgere in Europa”.
Percorsi comuni. I tre principali settori in cui occorre un’azione comune dei Paesi Ue per far fronte ai problemi in cui si dibatte l’Europa sono, per Angela Merkel, la difesa comune, il rafforzamento dell’unione economica e monetaria e la risposta alle migrazioni. Ma mentre a proposito dell’Uem non si è sbilanciata a spiegare le proprie resistenze sulle riforme della governace e sull’unione bancaria, circa le migrazioni ha fatto un mea culpa: “non ci siamo accorti, nel 2015, che si trattava di un problema europeo”, non solo di Italia o Grecia. Le migrazioni sono “un tema centrale che riguarda i rapporti con il nostro vicinato; dobbiamo trovare percorsi comuni e rinunciare a un pezzettino di sovranità nazionale per poter fare qualcosa insieme”. Meglio definita la posizione sulla difesa comune che, peraltro, richiede la convergenza di intenti in politica estera (“rinunciare all’unanimità dove è possibile e nei campi consentiti dai trattati”). “Dobbiamo prendere in mano il nostro destino”, ha affermato l’oratrice, specificando che il quadro geopolitico è mutato anche in relazione all’isolazionismo che prende corpo negli Stati Uniti guidati da Donald Trump. Nel settore difesa Merkel ha proposto la creazione di un Consiglio europeo della sicurezza e il “rafforzamento della cooperazione militare” per giungere in futuro “a un solo esercito europeo”.
Senso di responsabilità. Multilateralismo, incontro delle differenze, solidarietà e responsabilità le altre caratteristiche dell’Unione nella versione della cancelliera. Più volte nel suo discorso dinanzi agli eurodeputati è risuonato il termine “tolleranza”. Poi l’affondo sugli “egoismi nazionali” che tagliano la strada all’integrazione comunitaria, mentre occorre “senso di responsabilità”. Merkel nel suo discorso ha toccato diversi argomenti e altri ne ha aggiunti rispondendo alle domande degli eurodeputati. Ha fra l’altro segnalato che in una Ue integrata “le singole decisioni nazionali e individuali hanno effetti su tutti. La stabilità finanziaria che sta alla base della valuta unica può funzionare solo quando ogni singolo Paese membro rispetta le proprie responsabilità per la stabilità finanziaria”. Più avanti ha dichiarato: “L’Italia ha deciso assieme a tutti le regole che sono la nostra base giuridica”, auspicando che sullo stallo relativo alla manovra finanziaria (senza citarla) “si arrivi a una soluzione in accordo con le autorità comunitarie”. Nel suo intervento ha poi aggiunto che l’Europa a più velocità – “che preoccupa i Paesi dell’Europa centro-orientale” – esiste già (euro, Schengen…), “l’importante è non escludere nessuno dalle cooperazioni rafforzate”.
“Restare insieme”. L’emiciclo si è diviso: molti e prolungati gli applausi su vari passaggi dell’allocuzione, ma reiterati anche i sonori dissensi dei settori eurocritici (il presidente Antonio Tajani ha chiesto se in aula occorresse un veterinario!). “Sono convinta – ha sostenuto Merkel – che l’Ue sia la nostra migliore chance per un benessere e una pace durature e sicure”. “Il mondo è cambiato, la crisi del debito sovrano, il terrorismo, i conflitti alle porte” dell’Unione hanno creato tensioni; “il Brexit è una ferita profonda”; mentre “il progresso digitale ha cambiato il nostro stile di vita”. Da qui l’appello a “restare insieme” per affrontare i nuovi “scenari globali”, con una solidarietà che è “valore universale” ed è iscritta “nel dna europeo”. Infine: “la solidarietà non contrasta con la tutela degli interessi nazionali”, perché ci sono sfide – come l’economia, il cambiamento climatico, la sicurezza, le stesse migrazioni e l’instabilità politica internazionale – che non riguardano i singoli Paesi, ma l’Unione nel suo insieme.