Madonna Pellegrina. «Sbigottimento iniziale, ma abbiamo reagito»
Sbigottimento e senso di smarrimento sono state le prime reazioni che la comunità parrocchiale e il consiglio pastorale di Madonna Pellegrina hanno manifestato alla notizia che il loro parroco, don Umberto Sordo, aveva contratto il Covid.
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Una comunità preoccupata ma che non ha abbandonato il suo parroco, facendosi presente nella preghiera e anche con messaggi e telefonate, quando era possibile. «Sbigottimento – chiarisce Antonio Ricco, medico e vice presidente del consiglio pastorale – perché il parroco è sempre stato attento a tutte le norme di sicurezza. Passata questa prima fase ci siamo però subito attivati e don Marco Piva, il nostro vicario parrocchiale, ha risposto alla grande. È stata una presenza preziosa, calma, tranquilla, ma davvero importante soprattutto perché ha affrontato da solo un periodo, quello pasquale, molto intenso, curandone tutti i particolari».
La comunità, appena saputa la notizia, ha voluto ritrovarsi per una preghiera: ufficialmente l’intenzione era per tutti i malati di Covid della parrocchia «ma le persone si sono riunite per il loro parroco – dice il vice presidente – È stato infatti un momento molto sentito e partecipato. Temevamo poi un calo di presenze durante le celebrazioni, invece la partecipazione è stata sempre molto costante, soprattutto durante il triduo pasquale».
I volontari hanno continuato a prodigarsi nella gestione e organizzazione delle celebrazioni, ponendo attenzione alle norme anti contagio e le attività a distanza sono proseguite. Il vescovo Claudio ha scelto poi di celebrare la messa della domenica di Pasqua proprio a Madonna Pellegrina. «È stato un bel segno per tutta la comunità, un bel gesto di paternità, apprezzato da tutti – sottolinea Ricco – La comunità psicologicamente ha risentito di questo periodo. Sono mancati i piccoli gesti quotidiani come ad esempio entrare in canonica per parlare con il parroco. Ma siamo andati avanti e abbiamo sempre fatto sentire la nostra vicinanza a don Umberto. Ora attendiamo che si rimetta completamente per poter organizzare un saluto di bentornato, in sicurezza, e l’accoglienza che si merita».
Don Sordo: «Non mi sono mai sentito solo»
«Sono stati giorni nei quali anch’io mi sono messo alla scuola della sofferenza come occasione per crescere nella fede e nell’amore» ha scritto don Umberto Sordo alla sua comunità il giorno di Pasqua. «Non mi sono mai sentito solo sentendo la forza del vostro affetto e della vostra preghiera. Ho toccato con mano come la fede, anche davanti alla possibilità della morte (dato che al momento del ricovero non era scontato un lieto fine), è davvero una forza che mi ha dato luce e serenità».