Limena, l'impegno della Caritas parrocchiale. Accoglienza dei profughi ucraini, grande disponibilità

A Limena non ci hanno pensato due volte a dare la propria disponibilità ad accogliere le persone in fuga dall’Ucraina. La Caritas parrocchiale si sta muovendo in sinergia con i Servizi sociali del Comune e tutto il territorio. «A Limena tutti rispondono sempre con generosità»

Limena, l'impegno della Caritas parrocchiale. Accoglienza dei profughi ucraini, grande disponibilità

Accogliere chi è in difficoltà alle volte non è una scelta ponderata e pensata, ma è dettata dall’emergenza e dall’urgenza di dare una risposta pronta, immediata. Così è stato per la comunità parrocchiale di Limena: «Non abbiamo avuto tempo di scegliere – racconta Maria Luisa Broccardo, referente della Caritas parrocchiale – Mi spiego meglio: il Comune ci ha avvertito che sarebbero arrivate dall’Ucraina una mamma con due bimbi piccoli e una nonna con nipotino, che già conoscevamo perché hanno vissuto qui fino a un anno fa. La nonna era badante e il nipote ha frequentato le scuole qui da noi. Poi per problemi di salute è dovuta tornare a Odessa insieme al bambino. Ora è rientrata in Italia, ma per motivi fisici non può lavorare. Ci siamo subito attivati per potere sistemare al meglio queste persone nell’emergenza della richiesta». Così la nonna con il nipotino sono stati accolti presso la scuola dell’infanzia parrocchiale, mentre la mamma con i due figli piccoli, configurandosi come ricongiungimento familiare, ha trovato sistemazione presso la parente che lavora qui come badante.

«Sistemati questi due nuclei – continua la referente Caritas – abbiamo deciso di prendere in mano la situazione e abbiamo condiviso con il consiglio pastorale l’idea di poter accogliere altre persone attrezzando l’appartamento vuoto posto sopra il vecchio patronato. E da qui è partita una vera e propria gara di solidarietà non solo da parte della comunità parrocchiale ma di tutta la collettività. Il bello di Limena è proprio questo: la parrocchia lavora in stretta sinergia con tutti gli abitanti, è ben integrata nel territorio. Quando si chiede qualcosa, tutti rispondono con grande generosità e disponibilità». In poco tempo sono stati ripristinati e controllati tutti gli impianti, sistemati gli arredi (l’appartamento era praticamente vuoto), è arrivata la cucina e diversi mobili, letti, materassi, biancheria. Ora l’appartamento può accogliere fino a sette persone, una prima accoglienza che può protrarsi fino quando le condizioni
lo richiedono, a seconda delle esigenze e necessità delle persone, della possibilità di trovare nuova sistemazione.
Gli spazi sono comunque pronti e a disposizione dei Servizi sociali. Nella comunità anche alcune famiglie hanno dato disponibilità per ospitare donne, mamme, bambini. «Abbiamo una lista di nomi di persone pronte a donare materiale vario, vestiti, mobili, generi alimentari, ma anche disponibili ad aprire le porte di casa per accogliere – evidenzia Maria Luisa Broccardo – Siamo pronti e in allerta. Questa situazione ha colpito molto: nel volto di questi bambini vediamo lo smarrimento totale, sono spaesati. Davanti ai giochi hanno uno sguardo assente, come se non fossero più cose attraenti per loro. Si percepisce il dramma che stanno vivendo e ora hanno bisogno solo di serenità».

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