Le congreghe dei preti alle Cucine popolari: le parrocchie sono più vicine
Cucine popolari Invito ai parroci a entrare nel quotidiano della “famiglia” di via Tommaseo.
Le Cucine economiche popolari sono un bell’esempio di quella Chiesa, in uscita che piace a papa Francesco e tra i mille percorsi che le rendono tali ce n’è uno che ritorna alla Chiesa perché si rivolge ai sacerdoti della Diocesi. L’iniziativa consiste nel portare alle Cep le congreghe, cioè i “ritrovi” mensili dei preti di un vicariato. «Abbiamo ricevuto un forte mandato dalla Diocesi di coinvolgere le parrocchie – spiega don Luca Facco, presidente della Fondazione Nervo Pasini – Attraverso questi incontri riceviamo domande, stimoli, riflessioni. Alla fine ci si chiede in che cosa le Cucine possono essere di aiuto alle parrocchie e viceversa. Diventa uno scambio ed esce sempre qualcosa di interessante». Gli incontri sono iniziati il 18 aprile con il vicariato di Selvazzano, il 23 aprile c’è stato quello della Cattedrale, il 16 maggio il vicariato Legnaro e il 30 maggio quello di San Giuseppe. «Questi incontri – prosegue don Facco – contribuiscono a renderci sempre di più un luogo aperto e di formazione. Perché le Cucine hanno un forte potenziale formativo. Questa occasione specifica è dedicata ai sacerdoti e in prospettiva anche alle parrocchie. Dalle congreghe abbiamo avuto una risposta immediata. Credo che l’esperienza di mangiare qui, insieme agli ospiti, sia molto positiva, perché aiuta a porsi domande sulla realtà di queste persone». Concretamente la giornata si svolge così: le congreghe arrivano alle 10 e vengono accolte dalla direttrice suor Albina Zandonà, da don Luca Facco e dall’operatore Luca Marabese, che presentano le diverse attività. Quindi i preti si riuniscono e tengono il loro incontro mensile, al termine del quale si fermano a pranzo con gli ospiti. «Ne siamo felici soprattutto perché questa è un’opera della Chiesa di Padova. E chi la deve conoscere di più se non i preti? – si chiede suor Albina Zandonà – Nel nostro desiderio di non essere chiusi, ci auguriamo che questa iniziativa ci aiuti ad avvicinare maggiormente le parrocchie. Questo desiderio di creare relazioni mi fa pensare alla famiglia. È bello che un parroco entri nel vissuto delle Cucine e che all’interno della Chiesa le varie realtà si conoscano tra loro. Quello che i parroci vedono venendo qui e pranzando con i nostri ospiti è che c’è un tessuto, una rete, che non siamo soli. Ci fa sentire sostenuti nella quotidianità dell’aiuto a queste persone». È la stessa sensazione dei preti che vengono a conoscere le Cucine. «È vero che, solo vedendo e incontrando una realtà, puoi veramente capirla – osserva don Valentino Sguotti, parroco di Villatora e vicario foraneo del vicariato di Legnaro – Conoscevamo le Cucine popolari, ma questa visita ci ha aiutato a entrare di più in questa realtà, che è un bel segno della presenza della Chiesa in città. Sappiamo che è stata anche un segno di contraddizione e ci siamo detti che questo rispecchia lo stile del Vangelo, che a volte suscita delle reazioni, porta un po’ di scompiglio per la cultura della carità e dell’accoglienza. Qualsiasi persona qui è accolta, quindi è un luogo di inclusione, di incontro, di ecumenismo, di interreligiosità. Un altro aspetto interessante che abbiamo colto è l’apertura ai servizi educativi. Le Cucine hanno anche un ruolo di educazione, accompagnamento, trasmissione di uno stile, rivolto a giovani, adolescenti, ragazzi dei cammini di iniziazione cristiana».