Le Cucine popolari aprono le porte alla street art: così Maupal "immagina" fratellanza e accoglienza
Ispirandosi alla canzone "Imagine" di John Lennon, Maupal - artista internazionale di Roma celebre per il suo "Superpope" - ha realizzato un'opera che ha donato alle Cucine popolari. “Non di solo pane”, questo il nome dell'evento di sabato 11 e domenica 12 gennaio, realizzato assieme alle associazioni Jeos e Domna, ha unito i bisogni dell’uomo al sostentamento del cibo e a quello della mente attraverso la cultura portando un messaggio di uguaglianza e fratellanza. Con questo gesto di bellezza, aprendosi a tutti i cittadini, le Cucine popolari vogliono sottolineare l'importanza di essere un luogo della città, un luogo da abitare.
Da quel celebre brano musicale scritto da John Lennon che risponde al nome di “Imagine” si potrebbero scorporare infinite frasi, semplici citazioni, parole o interi messaggi, talvolta anche distanti dal vero senso che l’ex cantante dei Beatles e Yoko Ono volevano infondere alla canzone pubblicata nel 1971.
C’è un passaggio, però, in cui il cantante ci invita a immaginare un mondo “senza necessità di avidità o fame, una fratellanza di uomini” e proprio da questo passaggio lo street artist internazionale Maupal si è fatto ispirare per l’opera che ha dedicato e regalato alle Cucine economiche popolari.
Le porte della mensa di via Nicolò Tommaseo si sono aperte sabato 11 e domenica 12 gennaio, andando oltre gli orari tradizionali di accoglienza, per promuovere una due giorni di eventi in cui arte, solidarietà e umanità hanno coinvolto cittadini padovani che poco o nulla conoscono di questa preziosa realtà che a pranzo e a cena offre pasti completi a persone o famiglie italiane e straniere in un momento di forte vulnerabilità.
John Lennon nei panni di rabbino, prete e imam
“Non di solo pane”, questo il nome del progetto realizzato dalle Cucine popolari assieme alle associazioni Jeos e Domna, ha unito i bisogni dell’uomo al sostentamento del cibo e a quello della mente attraverso la cultura portando un messaggio di uguaglianza e fratellanza: l’opera di Maupal, infatti, ritrae i lineamenti del viso di John Lennon raffigurato con tre tratti differenti e peculiari che rimandano alle religioni abramitiche quali l’ebraismo, il cristianesimo e l'islam. Alle spalle dei tre volti che richiamano il rabbino, il prete e l’imam, l’artista romano ha riportato frammenti di sacre scritture in greco ortodosso, latino e arabo antico.
«L’unicità di questo evento risiede anche da come è nato – racconta suor Albina Zandonà, responsabile delle Cucine popolari – Giovanni, un nostro ospite, sapendo che stavo cercando un modo per portare bellezza all’interno della mensa mi ha consigliato di andare a vedere un murale che stavano realizzando le associazioni Jeos e Domna. Da qui è nata una rete, ci siamo conosciuti, abbiamo seminato qualcosa e sono orgogliosa che sia nato tutto da un nostro ospite che ha fatto da ponte perché non dimentichiamoci che loro sono anche una risorsa. Il nostro desiderio è far entrare le persone, rendere il posto più bello e più accogliente e che ritorni a essere una mensa per tutti, che diventi meno ghetto perché le Cucine sono un luogo della città, un luogo da abitare».
La stampa del suo celebre "Superpope" in asta di beneficenza
L’evento, patrocinato dal Comune di Padova e inserito nell’ambito del percorso di Padova Capitale del Volontariato 2020, ha visto nel pomeriggio di sabato la performance live di Maupal che ha realizzato il dipinto davanti a numerosi e curiosi presenti, mentre i fornelli delle Cucine si sono accesi per servire un aperitivo preparato da un cuoco ex ospite della struttura. Domenica mattina, invece, è stata organizzata una caccia al tesoro suddivisa in nove tappe con altrettanti indovinelli e i vincitori sono stati premiati con maglie autografate dall’artista. Una stampa numerata del lavoro più celebre e iconico dell’artista, il “Superpope”, è stata invece messa all’asta e il ricavato è stato devoluto interamente alle Cucine popolari:
«Quando abbiamo costruito le basi per questo progetto, il primo e unico nome che c’è venuto in mente è stato quello di Maupal – spiegano Antonio Ceccagno di Jeos e Paola Spinuso di Domna – Con la sua arte sa essere sagace, ironico e provocatore, smuove pensieri e riflessioni, e ha una certa sensibilità. Il suo è un super Papa Francesco, un eroe ordinario, con la valigetta piena di valori ma anche una sciarpa con i colori rosso e blu, quelli del San Lorenzo, squadra argentina di cui è tifoso. Perché con umiltà e semplicità si può combattere l’indifferenza e favorire l’inclusione, proprio quello che vogliamo portare con la street art e con il messaggio trainante all’interno delle Cucine popolari».
Le voci istituzionali
Niccolò Gennaro, Csv: «Le Cucine popolari danno una risposta molto più profonda oltre il pasto: hanno un’attenzione alla relazione, all’ascolto e alla costruzione di legami che sono alla base di una comunità. Mescola sensibilità, sogni e temi che ci stanno a cuore. In riferimento a Padova capitale del volontariato, mi soffermo sulla parola “capitale” e sull’essere un luogo guida delle migliori pratiche in Italia e in Europa e questo evento è una pratica che va valorizzata e fatta conoscere. E se pensiamo al sostantivo maschile, al capitale, vediamo qui attorno un movimento che permette alla nostra città di essere tutto questo»;
Don Luca Facco, fondazione Nervo Pasini: «Questo è il benvenuto che ci sentiamo di dare a casa nostra, ma che è casa di tutti. Ha una storia lunghissima che parte da fine Ottocento, prima di noi, molto più grande di noi e noi la ereditiamo con umiltà. Le Cucine sono un’opportunità di bene, un generatore di bene per questa zona molto sensibile e complessa. Mi piace pensare di poter portare sempre più giovani, ragazzi perché qui dentro non ci sono persone che hanno solo bisogno, ci sono artisti, poeti, cuochi: non dobbiamo mai dimenticare che chi è momentaneamente in difficoltà ha anche capacità immense e la nostra sfida è saperle riattivare»;
Marta Nalin, assessora sociale, inclusione: «Sono contenta che questa iniziativa si inserisca in un percorso che unisce arte e sociale, con l'attenzione verso luoghi che solitamente non frequentiamo, ma che possiamo scoprire e conoscere. La scelta delle Cucine popolari di aprirsi alla città è propositivo di quello che sta succedendo a Padova: continuiamo a generare cultura perché ad arricchirsene è tutta la nostra comunità»;
Cristina Piva, assessora coesione sociale, volontariato: «Questo è un anno speciale per Padova, per i padovani e i numerosi volontari. Questa esperienza ci racconta che non è solo un pasto a riscaldare la persona, ma che anche l'umanità e le sue emozioni vanno confortate. E quanto è bello vedere nell'arte la promotrice di queste azioni? Le Cucine popolari devono essere il centro di una comunità e non il margine».