La rivincita del libro di carta. Una delle conseguenze della dipendenza da web – da non intendersi immediatamente come una malattia – è quella di aver disabituato a leggere
Una recente ricerca promossa da Epson in 20 Paesi europei mostra che in media il 63% dei genitori si dichiara favorevole al fatto che nelle aule scolastiche si utilizzino più libri di testo e supporti didattici cartacei
I libri, quelli “di carta”, sono ancora importanti. Non è una questione scontata né banale, considerati i tempi digitali nei quali viviamo, dove ovunque ci si giri esiste un “device” sul quale si digita, si ascolta, si guarda e – forse – si legge.
Il forse è obbligatorio, perché una delle questioni che si potrebbero dibattere è proprio relativa alla lettura in rapporto al tema del digitale e in generale di internet. C’è chi sostiene, infatti, che una delle conseguenze della dipendenza da web – da non intendersi immediatamente come una malattia – è quella di aver disabituato a leggere.
Lo sanno bene, ad esempio, quanti fanno informazione. Sulla rete, in particolare, tutto corre veloce, si legge poco e in fretta, si “assorbe” più che altro, tempestati da messaggi multimediali e multisensoriali, all’interno dei quali la lettura vera e propria si smarrisce.
La perdita delle capacità – o dell’abitudine – alla lettura è probabilmente da mettere in rapporto con la diminuzione delle abilità linguistiche, certificata ad esempio anche dall’ultimo rapporto Ocse-Piaac, per il quale in Italia un adulto (considerata la popolazione tra i 16 e i 65 anni) su tre dispone di capacità linguistiche scarse o molto scarse: comprende al massimo testi brevi e piuttosto semplici. Il rapporto indaga anche le abilità matematiche e di problem solving, ma le lasciamo da parte.
Torniamo invece ai libri di carta. Una recente ricerca promossa da Epson in 20 Paesi europei mostra che in media il 63% dei genitori si dichiara favorevole al fatto che nelle aule scolastiche si utilizzino più libri di testo e supporti didattici cartacei. In Italia la percentuale è molto più bassa e arriva al 21%.
Sullo stesso argomento, sempre in Italia è più alta la percentuale degli insegnanti rispetto a quella dei genitori: si arriva infatti al 68%, pur restando sempre al di sotto della media europea (71%). Sempre analizzando la posizione dei genitori, la ricerca evidenzia che nel nostro Paese ben il 45% ritiene che l’utilizzo nelle classi scolastiche di testi stampati possa migliorare la capacità di lettura (in Europa anche in questo caso la media è più alta: 54%) e solo il 9% (e qui finalmente si raggiunge la stessa percentuale dei genitori europei) pensa che i tradizionali materiali cartacei potrebbero essere motivo di distrazione o di riduzione dell’attenzione per gli studenti.
Commentando la ricerca, ecco la conclusione di Renato Salvò, di Epson Italia: “I dati parlano chiaro e tutti, genitori, insegnanti ed esperti, sono d’accordo che a scuola c’è bisogno di più libri e materiale cartaceo per migliorare le competenze e l’apprendimento. Lavorando con gli psicologi clinici, sappiamo che i testi stampati, a differenza di quelli digitali, aiutano ad aumentare creatività, comprensione e più raffinate abilità sensoriali e motorie” Curiosa la conclusione: “Per questo le stampanti possono rivelarsi degli strumenti di grande importanza. Tuttavia, dalle nostre ricerche emerge che non sempre ce ne sono abbastanza a disposizione”.
Lo dice chi le stampanti le produce e le vende, autorizzando qualche sospetto (e forse anche un sorriso). Tuttavia gli amanti della carta stampata – e dei libri in generale – hanno di che dirsi soddisfatti.