L’importanza della “questione scuola”. Riflessioni dal temibile esame di stato sudcoreano

Erano più di 520 mila giovani e l’esame è considerato fondamentale per determinare il futuro degli studenti

L’importanza della “questione scuola”. Riflessioni dal temibile esame di stato sudcoreano

Suneung. Una parola strana, coreana, che indica una cosa ancora più strana per l’Italia: un esame “di Stato” (si potrebbe dire così, in questo modo avvicinandoci alla sensibilità del nostro Paese), che impegna gli studenti sudcoreani che frequentano l’ultimo anno delle scuole superiori.

Quest’anno l’hanno affrontato il 14 novembre. Erano più di 520 mila giovani e l’esame è considerato così importante per determinare il futuro degli studenti – serve per stabilire anzitutto a quali università potranno accedere, ma in molti casi finisce per condizionare anche le future possibilità di carriera – che ragazze e ragazzi si preparano a sostenerlo fin da molto tempo prima, addirittura fin dalle elementari.

Curiosando su internet ci si imbatte sulle informazioni a proposito di questo esame – conosciuto in inglese come Csat (acronimo di College Scholastic Ability Test) – e molti dettagli lasciano stupiti. Il primo fra tutti è che l’intero Paese sembra fermarsi in occasione di questa prova scolastica. Racconta tra l’altro il Post che l’esame “modifica i ritmi normali della vita di molti sudcoreani”. Nel giorno fatidico, ad esempio, vengono prese prese “misure eccezionali” per permettere a tutti di arrivare in orario per sostenere il test. “Per diminuire il traffico nelle ore di punta, i trasporti pubblici sono più frequenti del solito: gli uffici pubblici (e la Borsa sudcoreana) aprono un’ora più tardi, e il governo raccomanda alle imprese private di fare altrettanto”.

Non solo: “migliaia di agenti di polizia sono schierati per assicurarsi che il traffico scorra senza intoppi” e addirittura vengono prese misure precise per diminuire il rumore nei pressi delle sedi di esame, in modo da non disturbare chi è impegnato nel test. Così, ad esempio, “nei cantieri si interrompono i lavori” e addirittura “durante la prova di ascolto in lingua inglese, che si svolge verso le 13, il decollo e l’atterraggio degli aerei viene sospeso per 35 minuti per evitare che il rumore possa influenzare la comprensione”. Un altro dettaglio che potrebbe far sorridere: “Agli insegnanti viene chiesto di indossare scarpe da ginnastica, in modo da essere il più silenziosi possibile e da assicurare a chi affronta l’esame una perfetta concentrazione”.

Insomma, il Suneung è questione che impatta davvero su tutta la società. Un esame preso sul serio al punto che, per preparare il test, gli insegnanti incaricati “si riuniscono in una località segreta a ottobre, e restano in completo isolamento fino al momento in cui le buste con le domande vengono distribuite nei vari istituti, scortate dalla polizia”.

Imbattersi nella descrizione di questo singolare esame scolastico forse fa sorridere, ma certamente fa anche riflettere. Non è solo questione di diversità culturale rispetto al nostro Paese, magari accentuazione di una competitività talvolta esasperata accostata al mondo asiatico. Piuttosto, i dettagli raccontati a proposito della prova sudcoreana fanno pensare a quanto possa essere presa sul serio, da una intera nazione, la preparazione scolastica. Quanto sia importante la “questione scuola” per un Paese intero e quanto sia correlato il successo scolastico con la possibilità di sviluppo e di futuro.

Forse, ben al di là delle curiosità, si potrebbe raccogliere l’invito che sottostà al Suneung: considerare la scuola e il mondo educativo come una risorsa fondamentale per tutti. Forse non servirà fermare il traffico in occasione degli esami di maturità, ma valorizzarne l’importanza, sottolineare come sia decisiva la formazione… questo può aiutare.

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Fonte: Sir