La lezione dell’imprenditore. Il gran finale che dà senso a tutto il film
Negli ultimi mesi mi è capitato un caso che mi sta facendo leggere sotto una luce diversa il tema del testamento.
Un imprenditore di indiscutibile successo e amato dal territorio, giunto a un’età avanzata, mi dice che desidera che di lui resti un’opera “nobile”. Mi interrogo se già non sia da ritenersi nobile l’aver dato tanto alla sua città e ai suoi dipendenti, peraltro con lo stile bello di un imprenditore “di razza”. Ma non insisto perché lui non è soddisfatto, vuole lasciare qualcosa per i giovani in cerca di lavoro, per i bambini e per le famiglie, quasi un ringraziamento a un territorio – di più – a una vita, che gli ha dato tanto e a cui è profondamente grato. Acquista un immobile dismesso, lo ristruttura, investe tanto e ora lavora per creare un luogo d’incontro, di formazione e di socialità, senza fini di lucro.
È una bella storia, ma personalmente sono stato colpito da cosa possono aver visto i figli, persone ormai mature e stabilmente inserite nell’azienda di famiglia con ruoli importanti, che colgono una “luce nuova” proiettata su tutta la vita del papà, deus ex machina di questa bella impresa. Pare quasi che tutti gli sforzi e i successi di una vita fossero preordinati e funzionali ad arrivare esattamente lì: a lasciare qualcosa di bello – e gratuito, come un’eredità – per altri. Che fortuna per i figli ricevere una lezione così!
Alla fine, forse, si corre una vita intera per realizzare che una delle soddisfazioni più grandi è quella poter donare agli altri.
È un altro punto di vista per guardare al testamento: tante volte gli ultimi gesti proiettano una luce nuova su tutta la vita. Questo imprenditore, vedendo il progetto in fase di realizzazione, mi ha detto: «È giusto così». Ho intuito che quel “giusto”, non era riferito all’“equa suddivisione dei beni”. In realtà, il suo desiderio era “rendere giustizia”, ridistribuire proporzionalmente dei beni secondo i diritti di ciascuno. Quasi che questo signore avesse intuito che anche la “sua città” e la “sua gente” fossero portatrici di un diritto di ricevere qualcosa di questo grande patrimonio.
Potrebbe essere la storia di un benefattore, ma è interessante cercare di capire la visione delle persone e dell’altro e della vita che sta dietro a una vicenda così. Tutto è occasione per comunicare, anche il testamento. È come vedere un film in cui solo il finale ci permette di capire e dare un senso a tutte le scene che abbiamo visto prima.
Paolo Pizzato
e i giovani padovani di The Economy of Francesco