La comunità non abbandona. Eric è tornato nel suo Burundi, ma i volontari Caritas di Cristo Re sono stati i suoi angeli custodi
Eric è tornato nel suo Burundi, ma i volontari Caritas di Cristo Re sono stati i suoi angeli custodi per tutto il tempo della gravissima malattia che lo ha colpito
Lo chiameremo Eric, uno dei nomi più diffusi in Burundi. Ma il suo vero nome, nella parrocchia di Cristo Re a Padova, lo conoscono in molti.
Eric, nato in Burundi nel 1965, è arrivato in Italia nel 1989, con regolare passaporto e permesso di soggiorno, per motivi di studio. Prima a Chieti, poi a Padova, dove era iscritto all’università. Studiava, e, come tanti, lavorava sia per mantenersi che per inviare qualche soldo a casa.
Come vanno ogni tanto i casi della vita, Eric non completa gli studi, ma continua a lavorare. Dal 2004 non ha più rinnovato il suo passaporto e il permesso di soggiorno, ma è rimasto a Padova intento alle sue occupazioni. Da dieci anni viveva in una stanza in affitto in un appartamento di un parrocchiano di Cristo Re.
Tutto cambia nel novembre 2018, quando Eric, solo in Italia, resta vittima di un ictus arterioso, con tanto di emiparesi sinistra dovuta dall’emorragia celebrale. Ad assisterlo per i ben quattro mesi di ricovero all’ospedale Sant’Antonio è il suo padrone di casa, che continua ad aiutarlo anche a casa, gratuitamente, nelle lunghe giornate tra letto e sedia a rotelle.
Una situazione gravosa, della quale nell’aprile del 2019 viene informato il Centro di ascolto Caritas con sede proprio a Cristo Re. «Questo gruppo – raccontano i volontari – è nato pochi anni fa e viene seguito nella formazione dalla Caritas diocesana. È stato voluto dal consiglio pastorale per sostituire la San Vincenzo che aveva smesso di operare». Composto da undici persone, il centro d’ascolto ha tra le sue finalità l’aiuto a persone e famiglie afflitte non solo da problemi economici: «Abbiamo notato come ascoltare le persone, instaurare un rapporto di conoscenza, di relazione, di accoglienza e inserimento anche nei gruppi parrocchiali, sia importante quanto l’aiuto economico».
L’aiuto a Eric assume diversi volti, tanti quanti i volontari della parrocchia che hanno concesso la loro disponibilità: fisioterapisti, medici, avvocati, ma anche persone che venivano a fargli compagnia in un momento di profondo abbattimento. «La situazione di Eric – raccontano i volontari Caritas di Cristo Re – era nota anche alle Suore operaie della Casa di Nazareth, specialmente a una suora sua connazionale, che ha preso contatto con i familiari in Burundi spiegando la grave situazione in cui si trovava». Lentamente, anche in virtù dei contatti con la sua famiglia di origine, Eric ha maturato la volontà di tornare in Africa, dai propri familiari, che fin da subito si sono dichiarati pronti ad accoglierlo.
Impraticabile la strada del rimpatrio volontario assistito tramite il Ministero degli interni italiano: l’iniziativa, infatti, come hanno scoperto i volontari di Cristo Re, non vale per persone con disabilità. Grazie alla Caritas diocesana, però, è stato possibile ottenere dall’ambasciata del Burundi a Roma un visto temporaneo per garantire a Eric il ritorno a casa. Una procedura impegnativa, date le condizioni dell’uomo, ma che ha avuto gli esiti sperati.
Sabato 18 gennaio 2020, un gruppo di volontari del Centro d’ascolto ha accompagnato personalmente Eric, con un pulmino, all’aeroporto di Malpensa. «Possiamo dire che ci è arrivato trepidante ma sereno – raccontano i volontari – Alle 22.05 il suo aereo è decollato alla volta di Bujumbura dove il giorno dopo è stato accolto da un grande numero di parenti e amici: veramente un momento di festa, emozionante, come abbiamo visto dal filmato che i parenti ci hanno inviato il giorno dopo».
«È stata certamente una gioia per lui, ma anche una soddisfazione per noi poterlo vedere contento e finalmente con un obiettivo da raggiungere», concludono i volontari. «L’uomo abbattuto degli ultimi mesi a Padova non c’era più, aveva riacquistato quella fiducia che per lungo tempo lo aveva abbandonato».
Gratitudine
Un’esperienza di solidarietà da ricordare per i volontari del Centro d’ascolto Caritas della parrocchia di Cristo Re, a Padova. «Sono tanti gli insegnamenti ricevuti: la ricchezza del lavoro di gruppo, l’aver maturato il senso di accettazione dell’altro, il saper partire dalla realtà di ciascuno per trovare modalità concrete di aiuto, superando i pregiudizi. La più grande gratificazione è stata la telefonata di Eric, una settimana dopo il suo rientro a casa, in cui ancora ci ringraziava per tutto quello che avevamo fatto per lui, soprattutto perché si è sentito aiutato come un fratello».