Istituto superiore di scienze religiose. Nuovo anno, si parte. Dies Academicus l'8 novembre

Istituto superiore di scienze religiose. Con il dies academicus dell’8 novembre, aperto a tutti, inizia ufficialmente l’anno formativo. Il tema scelto è “I sentieri della meditazione. Sfide e risorse”

Istituto superiore di scienze religiose. Nuovo anno, si parte. Dies Academicus l'8 novembre

“I sentieri della meditazione. Sfide e risorse” è il titolo del dies academicus dell’Istituto superiore di scienze religiose di Padova. Venerdì 8 novembre – alle 16.30 nella sala Tesi della Facoltà teologica del Triveneto (via del Seminario 7, Padova) – interverrà Matteo Nicolini-Zani, monaco a Bose, coordinatore italiano Dim-Dialogo interreligioso monastico e curatore del volume (Edizioni Qiqajon, 2024), da cui è stato tratto il titolo dell’appuntamento, che si propone come “bussola” per rispondere alla domanda: cosa sappiamo davvero dei fondamenti religiosi della meditazione così come è vissuta nel cristianesimo, nell’induismo e nel buddhismo? «L’Issr di Padova, offrendo un percorso di formazione in prospettiva interculturale e di dialogo con altre religioni, è attento a tematiche che la intrecciano e che hanno a che fare con la nostra fede e la vita delle nostre comunità – spiega il nuovo direttore, don Andrea Albertin – La meditazione è una di queste. Tema di grande interesse, oggi, viene declinato in varie modalità: per il benessere personale, come pratica terapeutica, come forma di spiritualità... È diffusa in tanti ambiti e merita attenzione. Anche pensando all’anno che precede il Giubileo, quello che stiamo vivendo, e che papa Francesco ha voluto dedicare alla preghiera. La meditazione è una modalità di preghiera che ha radici antiche». Il dies academicus – che è aperto a tutti, non solo agli studenti dell’Issr – è collegato alla giornata di studio in programma il 13 dicembre. «Ogni anno, oltre all’insegnamento, l’Issr di Padova si occupa di ricerca. Non fine a se stessa, però, ma a servizio delle Chiese locali. I territori in cui viviamo sono sempre più interculturali e interreligiosi. Non possiamo vivere “accostati” uno accanto all’altro, ma è necessario conoscersi. Quest’anno, in particolare, studiamo il tema “Religioni e meditazione”. Lo facciamo in collaborazione con il master in Contemplative Studies dell’Università di Padova e il Centro studi dell’Unione Buddhista Italiana. La prima parte della giornata di studio è rivolta agli studenti dell’Issr; la seconda, invece, è una tavola rotonda aperta a tutti con quattro “sguardi” sulla meditazione: nei padri del deserto (con Lorella Fracassa), nell’Islam (con Anna Canton), nel buddhismo zen (con Sara Noventa), nel Buddhismo tibetano (con Chiara Mascarello)». Tema di grande interesse, si diceva. Ma... le nostre comunità cristiane come si “collocano” rispetto alla meditazione? «È una pratica molto più antica della tradizione cristiana, ma non sempre ne sono chiari i contorni. Produce benessere, ma è solo questo. Oggi la meditazione è “qualcosa” di molto cercato, di cui vari soggetti si stanno occupando. E la Chiesa? Nella nostra tradizione è ben presente, pensiamo ad esempio ai padri del deserto: si ritiravano per seguire il Signore e pregavano ripetendo, respiro dopo respiro, un verso biblico. Il respiro diventava preghiera... In origine la meditazione era proprio questo: rimanere focalizzati – aiutati dal movimento del respiro – su un verso biblico. La “specificità” cristiana della meditazione sta nel fatto che non si è concentrati su se stessi, ma si entra in contatto con il trascendente. Quando inspiro sto ricevendo, ma non posso trattenere... quindi nell’espirare dono. È la vocazione del cristiano. È la consapevolezza che mi sto ricevendo come dono da Dio: è lui il mio ossigeno, non sono io. Poi espiro e dono… Il mio equilibro, come cristiano lo trovo nella relazione con il Signore. Se al mio respiro associo la Parola entro in relazione con chi quella Parola me l’ha donata».

L’Istituto superiore di scienze religiose di Padova – che forma a livello accademico professionisti in particolare per l’insegnamento della religione cattolica – offre anche percorsi formativi per quanti vogliono mettersi a servizio, in maniera competente, della propria comunità parrocchiale. «L’offerta è ampia e flessibile. Le lezioni del baccalaureato (laurea triennale) e della licenza (laurea magistrale) possono essere seguite anche come uditori, ad esempio. E poi ci sono molte altre proposte aperte a tutti; alcune tornano ogni anno, penso ad esempio ai corsi sulle altre religioni, mentre altre sono nuove. Don Giulio Osto, ad esempio, sta tenendo alcune lezioni sul silenzio – all’interno del percorso artistico-pastorale – e lo fa lavorando con la musica. In questo mese di novembre, poi, partirà un percorso sul corpo all’interno delle tradizioni orientali e in quella cristiana. E ancora: don Giorgio Bozza approfondirà il tema “Il buon lavoro, il lavoro buono”. La stessa scuola di alta formazione “Pulchra” è costruita in modo che alcune parti possano essere seguite da tutti».

Nel 2026 compie i primi vent’anni

L’Issr di Padova, promosso dalla Diocesi, è una istituzione accademica collegata alla Facoltà Teologica del Triveneto. È stato eretto il 23 marzo 2006 con decreti della Congregazione per l’educazione cattolica. «Negli ultimi anni ha una media di 150 studenti ordinari – spiega don Andrea Albertin – C’è il neodiplomato, ma anche l’adulto e il pensionato. A Padova convogliano anche studenti dalle Diocesi di Chioggia e di Rovigo». L’Issr ha una cinquantina di docenti, laici e presbiteri, alcuni condivisi con la Facoltà teologica del Triveneto. Don Andrea Albertin ha cominciato a insegnare all’Issr di Padova nel 2011; dal 2017 è docente stabile. Al momento segue quattro insegnamenti. Ha appena pubblicato il volume Speranza per tempi incerti. Il futuro alla prova della fede (Edizioni Messaggero Padova).

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