Insegnanti Magistrali. Esecutivi primi licenziamenti in Veneto
Assessore Istruzione Regione: “Persone capaci, messe fuori dalla scuola da uno Stato burocratico e da un governo che ha voltato loro le spalle.
Sono diventati esecutivi i primi licenziamenti di insegnanti diplomati magistrali dopo i ricorsi promossi da altri docenti, con esclusione conseguente dalle graduatorie ad esaurimento GAE per effetto di una sentenza del Consiglio di Stato.
“La vicenda dei diplomati magistrali, della quale mi occupo oramai da anni, appare ad oggi drammaticamente grave per le insegnanti licenziate e assolutamente imbarazzante per i governi che si sono succeduti” afferma l’Assessore regionale all’Istruzione del Veneto, “E’ stata ignorata l’esistenza degli insegnanti diplomati magistrali in forze da anni nelle nostre scuole primarie, senza risolvere la paradossale situazione di essere incardinati nel sistema scolastico, evidentemente capaci di insegnare, ma licenziati dallo Stato che non ha previsto di risolvere con una norma questa problematica”.
“Ricordo chiaramente quante forze politiche si erano dette pronte a risolvere il problema, ma hanno dimenticato l’esistenza di questi insegnanti” continua l’Assessore, “la Regione del Veneto purtroppo non ha poteri normativi in questo campo ed è anche per questo che auspico l’autonomia nell’ambito dell’Istruzione: un’autonomia piena, capace di rispondere anche a questa problematica legata all’organizzazione della scuola”.
Il Consiglio regionale del Veneto si era espresso con due ordini del giorno, e la Regione del Veneto è sempre stata capofila delle regioni italiani in seno alla Nona Commissione della Conferenza Stato-Regioni nel sollecitare una definitiva e positiva risoluzione del problema.
“Ho incontrato personalmente molte di queste insegnanti, ho conosciuto le loro storie a Padova come a Venezia, a Rovigo come a Belluno: insegnanti per anni, apprezzate dai propri dirigenti scolastici e dalle famiglie, tutte con alle spalle l’anno di prova superato” continua l’Assessore veneto, che conclude “ma in uno Stato più burocratico che capace sono state comunque messe fuori dalla porta della scuola.
Era sufficiente un articolo di legge inserito in finanziaria o nel milleproroghe, ma evidentemente non si è voluto fare”.
Fonte: Regione Veneto