Incontro tra ministro Centinaio e delegazione Coldiretti. “Salvare gli ulivi per dare ancora lavoro e futuro alla nostra terra”
Impegni su Xylella, danni da gelate e frodi alimentari: sono quelli che ha preso il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, durante l’incontro con la delegazione della Coldiretti, guidata dal presidente, Ettore Prandini, martedì 8 gennaio, in occasione della manifestazione che ha portato migliaia di agricoltori in piazza a Roma a sostegno del piano “Salva olio”, messo a punto dall’organizzazione. La testimonianza di una giovane produttrice di Brindisi, Benedetta Liberace
Impegni su Xylella, danni da gelate e frodi alimentari: sono quelli che ha preso il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, durante l’incontro con la delegazione della Coldiretti, guidata dal presidente, Ettore Prandini, martedì 8 gennaio, in occasione della manifestazione che ha portato migliaia di agricoltori in piazza a Roma a sostegno del piano “Salva olio”, messo a punto dall’organizzazione. Infatti, pesanti calamità, dalle gelate alla Xylella, hanno colpito importanti aree del Paese, a partire dalla Puglia, con il dimezzamento della produzione nazionale di olio di oliva che ha messo in ginocchio il settore.
Al Sir Prandini ha manifestato soddisfazione per gli impegni assunti da Centinaio, che dovrebbero concretizzarsi in tempi brevi per permettere alle aziende agricole di risollevarsi, ma anche la necessità di continuare a sensibilizzare tutte le forze politiche su questo tema affinché il Fondo nazionale di solidarietà riceva le coperture necessarie.
Sempre più danni. Tra i manifestanti in piazza, c’era Benedetta Liberace, 26 anni, di Brindisi, delegata di Giovani Impresa della Regione Puglia e produttrice di olio. “La mia azienda – racconta al Sir – è nella zona infetta dalla Xylella fastidiosa. Questo batterio sta creando sempre più danni, al momento approssimabili a 1,2 miliardi di euro. Il batterio provoca il disseccamento dell’olivo. La pianta apparentemente sembra essere vegetativa, ma in realtà va pian piano a seccarsi.
La situazione è grave: la Xylella fastidiosa sta continuando il proprio cammino verso il nord della Puglia.
Il batterio è stato introdotto in Italia e, in particolare, in Salento dalla Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam, “per i mancati controlli”.
In Puglia sono 770mila gli ettari colpiti dal batterio. “Sono delle estensioni molto ampie – precisa Liberace -, ma la diffusione della Xylella è a macchia di leopardo, perché non colpisce tutti gli alberi. Il batterio, infatti, viene trasportato da un insetto, la sputacchina: la nostra difficoltà sta nel contrastare la diffusione del batterio causata da questo insetto normalissimo e molto presente ovunque. Tanto che le piante infettate possono essere non solo nei paraggi ma anche molto lontane da quelle già malate”. “Noi agricoltori – prosegue – ci sentiamo particolarmente colpiti: i nostri alberi, a cui dedichiamo tante cure, da un momento all’altro cominciano a seccare.
Per una persona di 70 anni che ha visto quell’albero crescere è come perdere un figlio.
La nostra speranza di continuare a produrre olio è rappresentata da due varietà resistenti al batterio. L’unico modo per aiutare il nostro territorio a contrastare la crisi è darci un sostegno nel momento in cui cerchiamo di salvare i nostri alberi con gli innesti o impiantiamo ex novo le varietà resistenti al batterio”.
Non solo agricoltura. Di qui la richiesta di “un riconoscimento delle difficoltà che il nostro territorio sta affrontando”: “La produzione di olio è diminuita anche del 60% – afferma la giovane -: tra l’altro, nel 2018, oltre alla Xylella, ci sono state anche molte condizioni climatiche avverse; tra trombe d’aria, gelate, la produzione olivicola è stata veramente tragica nella Regione Puglia e noi siamo tra i maggiori produttori in Italia. Rendersi conto che la produzione è diminuita del 60% significa mettere a fuoco che è una crisi che non tocca solo la Puglia, ma tutta l’Italia”.
“Gli ulivi, poi – osserva Benedetta -, fanno parte, con la loro maestosità, dell’immagine della Puglia anche a livello turistico: se vengono a mancare, perdiamo molte sfaccettature della nostra Regione”.
Cosa consumiamo? La netta diminuzione della produzione dell’olio pugliese ha conseguenze anche sulle tavole degli italiani, dove ormai si consuma molto olio proveniente da altri Paesi, ma spesso spacciato come italiano. “Per difenderci dall’olio straniero, innanzitutto leggiamo l’etichetta per capire la provenienza delle olive. Le frodi, comunque, sono sempre dietro l’angolo. L’olio commercializzato in Italia proviene soprattutto dalla Tunisia, dalla Spagna e dalla Grecia ed è realizzato con tecniche di produzione diverse dalle nostre. Noi siamo la Nazione che tutela maggiormente il consumatore: siamo contro gli Ogm e determinati prodotti chimici non si possono usare in agricoltura.
Acquistare l’olio estero è un grosso punto interrogativo perché non si sa che cosa si sta consumando.
L’olio, alimento principe della dieta mediterranea, con le sue proprietà ha la capacità di aiutare la salute prevenendo determinate patologie. Questo non è altrettanto vero per prodotti esteri dove non è garantita la filiera di produzione”. Di qui il suggerimento: “Il modo più sicuro è acquistare direttamente dal produttore, a chilometro zero, nei mercati di Campagna Amica: lì il consumatore incontra il produttore che risponde in prima persona del suo olio”.
Opportunità per i giovani. Alla manifestazione di Roma hanno partecipato agricoltori da tutta Italia. “È importante che di questo problema si parli tanto e in maniera concreta”, sostiene Liberace. Anche perché l’agricoltura offre opportunità di lavoro e futuro ai giovani, proprio come è successo a Benedetta, che non è figlia di agricoltori e solo da qualche anno ha deciso di vivere questa avventura nei terreni del nonno: “Molto spesso non sono figli di agricoltori che decidono di intraprendere questa strada perché i giovani, grazie agli studi e a una grande apertura mentale, si rendono conto del potenziale che offre il territorio. L’olivicoltura è fondamentale in Puglia ed è ancora una fonte di speranza per tanti ragazzi”.
“Non ci arrendiamo di fronte alla Xylella, siamo pronti a piantare nuovi olivi e a costruirci il nostro futuro”.