In classe non si torna. Appare ormai improbabile un ritorno sui banchi scolastici a breve
La conferma della ministra Azzolina è un punto fermo nell’incertezza, che tuttavia lascia aperti moltissimi scenari di qui ai prossimi mesi.
In classe non si torna. La data del 3 aprile, infatti, come ampiamente previsto, verrà prorogata. Lo ha confermato la ministra Lucia Azzolina che nei giorni scorsi in Senato ha tenuto un’informativa sulle iniziative per la prosecuzione dell’anno scolastico alla luce dell’emergenza sanitaria in corso. E in televisione ha spiegato: “Sicuramente ci sarà una proroga: si andrà oltre la data del 3 aprile, l’obiettivo è garantire che gli studenti ritornino a scuola quando stra-certo e stra-sicuro che possono tornare. La salute è prioritaria”.
Bene. Un punto fermo nell’incertezza, che tuttavia lascia aperti moltissimi scenari di qui ai prossimi mesi. E domande su come effettivamente finirà l’anno scolastico in corso, con le questioni spinose delle valutazioni finali, delle promozioni e dei recuperi, soprattutto degli Esami di Stato, medie e maturità. Di sicuro, lascia intendere la ministra, “non si andrà a scuola a luglio”, quindi non ci saranno proroghe alle lezioni, prolungamenti estivi dell’anno scolastico. “Se la didattica a distanza funziona, come sta funzionando in buona parte del Paese – insiste la titolare di Viale Trastevere –, non c’è assolutamente alcun motivo per prolungare le lezioni a luglio e agosto, in strutture scolastiche che non sono adatte ad affrontare il nostro clima estivo”.
Sulla questione promozioni e ammissioni agli esami sembra che la palla debba restare nelle mani dei diversi istituti e dei singoli docenti, “che conoscono i loro allievi”. In sostanza non ci sarà alcuna indicazione generale, ad esempio, per l’ammissione col 5 o genericamente con l’insufficienza agli esami di maturità, ma – spiega Azzolina – valutazioni di questo genere verranno fatte “dal personale docente nella piena autonomia”. E sempre a proposito della maturità vale l’indicazione già circolata sul fatto che gli allievi verranno giudicati da una commissione di professori interni – i loro docenti, quelli che “li conoscono” perché ne hanno seguito l’intero percorso – con un solo membro esterno, il presidente, a garanzia della regolarità del processo. Sarà una maturità più “morbida” e calibrata sulle preparazioni effettivamente svolte. Naturalmente – lo ha promesso il ministero – usciranno nelle prossime settimane indicazioni più precise, ma la strada è tracciata.
Azzolina ha tenuto a sottolineare il “lavoro titanico” dei docenti impegnati in questo tempo di emergenza. Crede nella didattica a distanza, pur nella consapevolezza delle difficoltà di molti istituti soprattutto per la diversità di dotazioni infrastrutturali – dalla banda larga ai device a disposizione per scuole e studenti, con divari importanti tra le aree del Paese – ma scommette sul successo di quella che è diventata una sperimentazione innovativa forzata, che probabilmente lascerà uno strascico importante nel futuro della scuola italiana. Intanto sono stati annunciati finanziamenti proprio per potenziare la banda larga delle scuole.
E le valutazioni finali? Gli eventuali recuperi? La parola d’ordine sembra essere: “ci sarà tempo”. Anche l’anno prossimo si potranno riprendere temi e obiettivi, si potrà sostenere chi è rimasto indietro. Per adesso, avanti così: trasmettendo conoscenze – insiste ancora la ministra – ma soprattutto consapevoli che “la scuola è un presidio dello Stato, rappresenta in molti momenti la parte più sana della giornata di un ragazzo. I ragazzi riacquistano il sorriso, la didattica a distanza rappresenta per ora soprattutto questo”.