Giorno della Memoria: Mattarella, “la Costituzione ha cancellato le ignominie della dittatura, ma non vanno dimenticate”
“La Costituzione Repubblicana, nata dalla Resistenza, ha cancellato le ignominie della dittatura. Ma non intende dimenticarle. Non vanno dimenticate”.
Lo ha evidenziato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria svoltasi al Quirinale.
“Per questa ragione – ha ammonito il Capo dello Stato – la memoria è un fondamento della Repubblica che si basa sui principi di uguaglianza, di libertà, di dignità umana, con il riconoscimento, pieno e inalienabile, dei diritti universali dell’uomo, di ciascuna persona. Contro la barbarie dell’arbitrio, della violenza, della sopraffazione”.
Poco prima il presidente aveva fatto riferimento alle “leggi razziali” del regime fascista parlando dell’opera “Colui che sono” del maestro Emilio Isgrò esposta da alcuni mesi nei saloni del Quirinale. “Isgrò – ha spiegato Mattarella – vi ha cancellato a una a una le parole contenute negli articoli delle famigerate leggi razziali italiane del 1938”. Ma “quelle cancellature – ha precisato – non rappresentano una rimozione, tutt’altro. Le pagine di quel provvedimento infame e infamante rimangono infatti ben visibili, sia pure sotto fitti tratti di penna”.
Il presidente ha ripercorso quanto successo nei decenni bui dei regimi totalitari in Italia e Germania, “Paesi di antica tradizione cristiana e umanista, culle del diritto, dell’arte, del pensiero, della civiltà” che “le dittature” fecero precipitare “in un universo tetro, senza libertà e senza umanità. Una dimensione fatta di odio e di paura che, inevitabilmente, portò alla soppressione fisica di chi veniva definito diverso e scatenò – per brama di conquista e di potenza – il più micidiale e distruttivo conflitto che la storia dell’uomo rammenti”. “La circostanza che i dittatori trovino nelle loro popolazioni, per qualche tempo, larga approvazione e ampio consenso non attenua per nulla la responsabilità morale e storica dei loro misfatti. Un crimine, e un crimine contro l’umanità, resta tale, anche se condiviso da molti, aggiungendo alla infamia la colpa di aver trascinano in essa numerosi altri”, la sottolineatura di Mattarella, secondo cui “questa constatazione, persino ovvia – ma talvolta posta in discussione – ci obbliga piuttosto, ancora una volta, a fare i conti senza infingimenti e con coraggio, con la storia nazionale. E a chiamare gli eventi con il loro vero nome”.
Alberto Baviera