Giornata mondiale del libro: cinque letture consigliate sul quartiere Arcella
Il 23 aprile di ogni anno, attraverso numerose manifestazioni in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, un evento patrocinato dall'Unesco per promuovere la lettura. Per l’occasione vi proponiamo cinque libri, cinque differenti letture sul quartiere Arcella per conoscere un po’ di più, storia, processi demografici, vitalità e aneddoti unici del quartiere a nord di Padova.
A partire dal 1996, il 23 aprile di ogni anno, attraverso numerose manifestazioni in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, un evento patrocinato dall'Unesco per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright.
Il 23 aprile è stato scelto in quanto è il giorno in cui sono morti nel 1616 tre importanti scrittori: lo spagnolo Miguel de Cervantes (1547-1616), l'inglese William Shakespeare (1564-1616) e il peruviano Inca Garcilaso de la Vega (1539-1616). In realtà, Cervantes e Garcilaso de la Vega sono morti il 23 aprile secondo il calendario gregoriano mentre Shakespeare è morto il 23 aprile secondo il calendario giuliano, all'epoca ancora in vigore in Inghilterra, e quindi dieci giorni dopo.
Per l’occasione vi proponiamo cinque libri, cinque differenti letture sul quartiere Arcella per conoscere un po’ di più, storia, processi demografici, vitalità e aneddoti unici del quartiere a nord di Padova. Alcuni libri sono stati fondamentali nel processo di costruzione di Sguardi d’Arcella , altri li abbiamo affiancati negli anni successivi.
Padova Nord – storia di un quartiere | 2002
Scritto dal professore Leopoldo Saracini, guru – potremmo dire – sulla storia del quartiere, il libro ripercorre le origini di quello che inizialmente era un agglomerato sparso di abitazioni fuori dalle mura della città di Padova. Il libro è ricco di foto e testimonianze visive del Novecento, racconta i mutamenti demografici, l’importanza dell’industria che spiega anche il bombardamento del 1943, ed è stata la prima, importante, lettura per costruire Sguardi d’Arcella. Ne avevamo parlato qui e riportiamo la stessa osservazione:
Al passaggio tra l’Ottocento e il Novecento, proprio la crescente centralità dell’industria porta la zona a nord di Padova a popolarsi: l’inaugurazione del cavalcavia Borgomagno nel 1903, il primo viadotto in calcestruzzo armato realizzato in Italia (come racconta lo storico Leopoldo Saracini nel libro “Padova Nord”), sancisce un passaggio importante e segna la nascita della “Padova nova”, un fulcro di sviluppo demograficamente ed economicamente diverso dal centro storico. La strategica vicinanza della ferrovia, costruita nel 1842, spinge le fabbriche a trovare qui un terreno fertile per insediarsi, portando i lavoratori, assieme alle loro famiglie, ad agglomerarsi attorno ai centri produttivi: così dal Borgomagno inizia il naturale prolungamento dell’Arcella con l’edificazione di case a schiera (alcune in stile Decò e Liberty sono ancora visibili). Il quartiere assume gli aspetti tipici della città fordista: una periferia operaia con una concentrazione massiccia delle attività industriali all'interno del tessuto urbano nel quale lavoro e tempo libero condividono i medesimi confini. Da questa duplice relazione si crea la forte identità che sarà, poi, peculiare e trainante per l’Arcella soprattutto dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Quartieri contesi – convivenza, conflitti e governance nelle zone stazione di Padova e Mestre | 2015
Per ragionare su alcune tematiche oggi al centro dell’analisi della città contemporanea, il libro prende in esame due casi studio, rispettivamente le unità urbane limitrofe alle stazioni dei treni di Padova e Mestre, connotate entrambe da un’elevata presenza di immigrati, dalla rappresentazione nel discorso pubblico politico e mediatico di quartieri "insicuri" e da una certa conflittualità urbana. Scritto da Claudia Mantonav ed Elena Ostanel, la prima si focalizza sul quartiere Arcella. La ricercatrice nel dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata dell'Università di Padova ha condotto un’analisi empirica sul quartiere padovano che, per i fenomeni che lo caratterizzano, al meglio descrive l’evoluzione degli assetti sociali, dal modello postfordista entrato in crisi al concetto di "superdiversity". Anche questo è stato un libro fondamentale per Sguardi d’Arcella e vi riproponiamo parte dell’intervista:
«L’Arcella, come tutte le zone in Italia vicine alle stazioni vive in maniera più estrema quelle che sono le problematiche della città contemporanea postfordista, nella quale, dagli anni ’70-‘80 in poi, è venuta meno l’omogeneità, l’industria si è delocalizzata, c’è grande frammentazione e si concentrano gli estremi sociali, come gli emarginati e i migranti. L’Arcella ha subìto un grande mutamento, quindi, in parte, oggi ha bisogno di ricostruire la coesione precedente: adesso c’è una grande eterogeneità anche tra gli autoctoni, mentre in passato se pensiamo all'ambito lavorativo con la presenza della grande fabbrica, c’erano dei ruoli standard e maggiore organizzazione tra i residenti. Andato in crisi tutto questo, siamo in una fase di nuova scoperta che servirà a rigenerare la comunità. C’è una rappresentazione molto semplificante nei media con una sola linea di demarcazione italiano/straniero, ma, negli ultimi anni, è stato coniato il termine inglese "superdiversity" per spiegare che gli stessi flussi migratori sono eterogenei. Prima a spostarsi erano soprattutto uomini con medesimo livello di istruzione e provenienti da stessi paesi, adesso, invece, anche perché portati a fuggire dalle loro terre, viaggiano intere famiglie; altri si spostano per ricongiungimento familiare o per motivi di studio. Gli arrivi rapidi e consistenti, inoltre, hanno fatto mancare i normali tempi di adattamento, creando nella cittadinanza un senso di invasione o espropriazione degli spazi».
Arcelledario – l’abc del quartiere Arcella di Padova | 2017
Edito da BeccoGiallo e accompagnato dai disegni del fumettista Giacomo Taddeo Train, il libro, proprio come un abbecedario , invita a imparare una nuova lingua. Attraverso le parole di Emiliano Bon dell’associazione Xena e di Grazia Raimondo, una delle due libraie di Limerick e sfogliando ogni lettera dell’alfabeto, infatti, è possibile scoprire diverse identità dell’Arcella: la lettera F, per esempio, rimanda alla farfalla perché, guardando dall’alto, i confini del quartiere sembrano cucire sulla mappa l’ala del lepidottero; oppure la lettera Z di zaino che, invece, richiama i circa 24 chilometri del cammino di Sant’Antonio che parte da Camposampiero per concludersi proprio nella chiesa dedicata al francescano. Tanti spunti, tante idee che coinvolgono e invitano il lettore a un cambio di percezione: ogni lettera all'interno è una piacevole e colorata scoperta tra le tante sfumature del quartiere ricco di culture differenti, chiese, elementi artistici e architettonici.
Il nostro quartiere profuma di spezie – antropologia urbana all’Arcella | 2018
Francesco Spagna, docente dell'Università di Padova, da ex-autoctono del quartiere Arcella, ha scritto un libro sapientemente mescolando riferimenti autobiografici a un'analisi più antropologica. Il suo invito è quello di scoprire la realtà addentrandosi nelle viuzze , scegliendo quattro tipi differenti di passeggiate per vivere profondamente l'Arcella e le sue molteplici trasformazioni. Contrastare cliché, retro pensieri e la paura diventa così un dovere civile, un impegno che tocca a tutti per ridurre la paura dell’altro che distrugge relazioni e il senso di cittadinanza. E rispolvera la felice intuizione che ebbe il sociologo Georg Simmel nel libro "La metropoli e la vita dello spirito" nel quale parla dell’atteggiamento blasé del cittadino di una metropoli abituato al fatto che può succedere di tutto e non si lascia impressionare dal "nuovo" o dalla "stranezza".
Quartieri – viaggio al centro delle periferie italiane | 2019
Anch’esso edito da BeccoGiallo, a cura di Adriano Cancellieri, sociologo urbano dell’Università Iuav di Venezia, e di Giada Peterle del dipartimento di geografia dell’Università di Padova, "Quartieri" scandaglia al di là degli stereotipi, alcune "periferie" d’Italia come San Siro a Milano, l’Arcella a Padova, la Bolognina a Bologna, Tor Bella Monaca a Roma, lo Zen a Palermo. Da nord a sud del Paese, un insolito viaggio per conoscere più da vicino i quartieri più stigmatizzati, e forse vitali, della nostra penisola. L’indagine, condotta attraverso diverse voci e rappresentata da differenti fumettisti, cerca di leggere da dentro e dal basso le realtà spesso "chiacchierate" e mai ascoltate perché tradizionalmente raccontate da fuori e dall’alto.