Fratelli tutti grazie alla Rete: la Chiesa ci crede
Venerdì 10 e sabato 11 maggio a Roma si tiene il secondo World Meeting on Human Fraternity – Incontro mondiale sulla fraternità umana – organizzato dalla Fondazione Fratelli tutti e intitolato “#BeHuman”.
Trenta premi Nobel, ma anche scienziati, artisti, professori, sindaci, medici, manager, lavoratori, campioni dello sport provano a trovare le risposte all’interno di dodici tavoli sparsi tra Roma e Città del Vaticano nel pomeriggio di sabato 11 maggio. Al primo incontro, lo scorso anno, era stata firmata la Dichiarazione sulla fraternità. L’obiettivo della Fondazione Fratelli tutti, presieduta dal card. Mauro Gambetti, è creare attraverso la due giorni di maggio i presupposti per un nuovo appuntamento nel prossimo anno giubilare (12- 13 settembre) e in quella sede stipulare un patto mondiale per la fraternità. All’evento partecipano il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che riceverà i premi Nobel al Quirinale, e papa Francesco che, oltre ad accogliere in udienza i partecipanti, si confronterà nel pomeriggio del sabato con i bambini al tavolo a loro dedicato. Sono confermati, tra gli altri partecipanti, i Nobel per la Pace Dmitrij Muratov, direttore di Novaja Gazeta; Rigoberta Menchù Tum; Muhammad Yunus, Graça Machel Mandela, già first lady della Repubblica del Sud Africa e Mozambico e Fondatrice del Graça Machel Trust; il commissario tecnico azzurro Luciano Spalletti; l’imprenditore high tech Victor Ammer; l’influencer Mattia Stanga; il segretario del Dicastero per la Comunicazione vaticana mons. Lucio Ruiz; l’amministratore delegato della Fiat Olivier François; l’economista e sociologo Jeffrey Sachs. Con un po’ di emozione parteciperò anch’io, in particolare al tavolo sui social media: “La rete come fraternità; le parole ponte”. Vi dirò cosa ne verrà fuori.