Famiglie e Covid-19. Riccardi (Forum): “L’assegno unico una prima risposta, ora servono politiche per ridare speranza”
Nell’anno segnato dall’emergenza sanitaria molte famiglie si sono trovate in difficoltà ad arrivare a fine mese. Anche il Papa, alla benedizione Urbi et Orbi, a Pasqua, ha auspicato un intervento delle autorità pubbliche “perché a tutti, specialmente alle famiglie più bisognose, siano offerti gli aiuti necessari a un adeguato sostentamento”. Di tutto questo parliamo con la vice presidente de Forum nazionale delle associazioni familiari
Un anno difficile per le famiglie quello segnato dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Anche Papa Francesco nella benedizione Urbi et Orbi a Pasqua ha ricordato:
“Il Crocifisso Risorto è conforto per quanti hanno perso il lavoro o attraversano gravi difficoltà economiche e sono privi di adeguate tutele sociali. Il Signore ispiri l’agire delle autorità pubbliche perché a tutti, specialmente alle famiglie più bisognose, siano offerti gli aiuti necessari a un adeguato sostentamento. La pandemia ha purtroppo aumentato drammaticamente il numero dei poveri e la disperazione di migliaia di persone”.
Secondo l’Indagine straordinaria sulle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia a fine novembre 2020 su un campione di oltre 2.000 nuclei familiari, un terzo delle famiglie ha dichiarato di aver subito nel complesso del 2020 una riduzione del reddito familiare rispetto all’anno precedente. E secondo l’Istat nel quarto trimestre 2020 il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente del 2,1%. Una notizia positiva viene, invece, dall’approvazione, di recente, dell’assegno unico. Ne parliamo con Cristina Riccardi, vice presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari.
Parole importanti quelle del Papa. Come Forum famiglie quali sono le vostre principali richieste alle autorità pubbliche circa gli aiuti da offrire alle famiglie per un adeguato sostentamento?
Alla luce dell’approvazione unanime della legge delega per l’assegno unico e universale, ciò che chiediamo è che vengano rispettati i tempi e le promesse per l’attuazione. Si tratta di un vero investimento. È questo un debito che andrà a pesare sulle spalle dei nostri figli ma, per citare anche il presidente del Consiglio Mario Draghi, un “debito buono” che si ripagherà nel tempo.
La svolta culturale e politica è epocale.
Da una parte, c’è il riconoscere tutti i figli come un valore per il Paese e non un bene privato; e, dall’altra, l’approvazione di un’iniziativa strutturale e non emergenziale in tema di politiche familiari. È un sostegno che va oltre l’assistenzialismo, è una forma di valorizzazione delle famiglie. L’universalità è la svolta.
È una prima risposta alla disperazione certamente causata dalla pandemia, ma conseguenza anche della somma di fatiche precedenti.
Ci sono le risorse per partire a luglio con l’assegno unico?
Secondo i nostri calcoli, occorreranno maggiori risorse. Stando alla dichiarazione del presidente Draghi, che sta dimostrando di essere una persona che non spreca parole, l’assegno arriverà fino ai 250 euro per le situazioni più difficili e terrà conto del numero dei figli e di eventuali disabilità.
Confidiamo in questo, ricordando che una vera svolta richiede anche un investimento che la renda possibile altrimenti l’investimento si ridurrà a una semplice spesa che non innescherà alcun processo virtuoso.
I dati della Banca d’Italia e dell’Istat sull’impoverimento delle famiglie sono molto preoccupanti…
Purtroppo, disponiamo di esperienze di famiglie che confermano questi dati. Siamo consapevoli che l’assegno unico e universale è solo l’inizio di una serie di politiche per le famiglie che dovrebbero essere applicate per evitare che povertà e denatalità distruggano il nostro Paese. Un primo passo importante per il quale non mancherà il nostro impegno nei prossimi importanti mesi.
Un grosso lavoro da affrontare sarà legato alla proposta per una fiscalità a misura di famiglia, che tenga conto dei carichi familiari (figli, disabili, anziani).
Non potrà mancare una riflessione sulla conciliazione famiglia-lavoro che non si esaurisca nell’apertura, per quanto necessaria, di asili nido e che non penalizzi le donne che ad oggi devono scegliere tra la crescita professionale e la maternità, maternità che viene posticipata e che poi diventa anche difficile realizzare; occorrono politiche a sostegno dei giovani che desiderano sposarsi e avere figli… Tanto lavoro.
Come sta andando la vostra campagna #1euroafamgilia lanciata il 22 febbraio?
Molto bene, tante le donazioni e purtroppo anche tante le richieste di aiuto. Molte sono le famiglie che fino a un anno fa non avevano grossi problemi e che ora non sanno come pagare l’affitto o fare la spesa nella seconda metà del mese. Cerchiamo di aiutare queste famiglie in difficoltà temporanea legata al Covid. La cosa che letteralmente mi ha commosso è stata il racconto di una mamma che, entrata nel sito per aderire all’impegno di donare 1 euro al mese ha scoperto che lei stessa poteva essere aiutata. Questo dice molto delle famiglie italiane!
Pur nelle difficoltà hanno a cuore il bene comune, la solidarietà è tanta.
Le famiglie nell’emergenza in corso hanno mostrato una grande resilienza, eppure sono di solito dimenticate. Come operare un cambio culturale nel nostro Paese?
Come dicevo, un cambiamento c’è stato benché non sufficiente. Il vero salto culturale lo faremo solo se riusciremo a pensare alla famiglia non come semplice somma di individui.
Quando si riconoscerà il valore “prodotto” dalle famiglie in azioni educative e di cura, solo allora si intuirà l’importanza di sostenere queste funzioni.
Un altro grande problema che affligge il nostro Paese è l’inverno demografico, frutto delle difficoltà economiche, delle difficoltà per le donne di conciliare famiglia e lavoro e dei pochi servizi all’infanzia. Come invertire la tendenza alla denatalità?
Tutto questo concorre a rendere sempre meno realizzabile il sogno dei giovani di avere una famiglia. La nascita di un figlio è oggi una scelta da ponderare, la nascita del secondo figlio è cosa per pochi, per il terzo bisogna essere eroi o avere le spalle coperte dai nonni per i “non si sa mai”. La situazione è gravissima e l’inversione della curva della natalità, sempre più discendente, richiede un colpo di reni.
L’assegno unico ci auguriamo sia un primo timido passo verso delle vere politiche familiari che, velocemente, ridiano speranza alle famiglie e ai giovani.