Famiglia, Bonetti: “Tornare a politiche che guardino al domani”
Quarta conferenza nazionale. La ministra: "Le parole chiave sono costruire, co-progettare, generare prospettiva. E ricorda i "passaggi chiave", il Family Act e l'assegno unico universale: "E' un nuovo welfare"
"Questa conferenza cade in un momento storico non neutrale, ci richiama ad accendere un faro su una grande responsabilità: il riconoscimento della realtà che le nostre famiglie vogliono costruire. Dobbiamo costruire un modello che ponga le famiglie davvero al centro ". Così la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, intervenuta alla Quarta conferenza nazionale sulla famiglia, sul tema 'Famiglie protagoniste. Politiche per il presente e per il futuro del Paese', tenutasi stamattina a Palazzo Rospigliosi. "Lo facciamo dopo una pandemia che ha segnato e ferito le famiglie italiane - ha aggiunto - che hanno subito perdite e si sono sentite sole di fronte a crisi economiche, relazionali, a volte sfociate anche nella violenza. Ma hanno anche dimostrato di essere la rete di salvezza del nostro paese: sono stati i luoghi della relazione e della cura. Con resilienza hanno dato un chiaro indirizzo alla politica: o investiamo in legami di connettività della nostra società o porteremo avanti un modello fragile". All'evento, organizzato dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, in collaborazione con l'Istituto degli innocenti di Firenze, hanno preso parte anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e la ministra della Giustizia, Marta Cartabia.
"La Conferenza nazionale sulla famiglia rappresenta anche un metodo, le cui parole chiave sono costruire, co-progettare, generare prospettiva. Le vogliamo nella politica e credo potranno essere arricchite con nuovi significati - ha proseguito Bonetti - È un metodo di discernimento collettivo, di analisi e dialogo - ha aggiunto - Dobbiamo tornare a portare avanti politiche che non rispondano solo all'oggi e alla particolare situazioni. Ma che sappiano attivare processi, valorizzando ciò che unisce e non ciò che divide. Affrontiamo i temi delle prospettive dell'oggi, che trovano compimento nella prospettiva del domani".
La ministra ha poi ricordato i passaggi chiave: "il Family Act ha visto un primo passaggio di approvazione alla Camera. Investiamo in sostegno finanziario, educazione, lavoro femminile. In autonomia e protagonismo delle nuove generazioni. C'è il passaggio storico dell'assegno unico universale: è un nuovo welfare. Venti milioni all'anno di cui 6 aggiuntivi sono uno strumento innovativo".
"Dobbiamo affrontare il tema del continuo declino demografico, a livelli mai visti nel nostro paese. La scelta di costruire una famiglia è personale ma ha un effetto di generazione sociale. Questo compete alle politiche pubbliche, perché quella scelta personale possa essere attivatrice di nuova coesione sociale", ha sottolineato la Bonetti. "Nel nostro paese le famiglie sono il luogo in cui si costituisce la comunità, dove l'individuo diventa persona, anche nel divenire del sé e del sé nelle relazioni della famiglia. Dobbiamo definire chiaramente il metodo con cui costruiamo le politiche familiari: non possono guardare l'individuo sconnesso dalla dinamica relazionale. Devono essere politiche che superano la visione di solitudine, il vero ostacolo allo sviluppo economico, sociale e democratico del Paese. La seconda caratteristica che devono avere- ha concluso- è quella di attivare processi temporali, devono avere stabilità e riconoscere la continuità della vita di una persona". (DIRE)